GRANA PADANA

Autoconvocati, delusi, epurati: nella Lega sale il malcontento

Il diktat a Salvini dei consiglieri regionali lombardi: autonomia, congresso subito e difesa di Fontana. Il Capitano teme la rivolta della ciurma magari capitanata dai governatori del Nord. In Piemonte la defenestrazione di Tiramani da commissario di Vercelli

Ieri sera, al Pirellone, c'è stata una riunione di tutti i consiglieri regionali lombardi della Lega che si sono autoconvocati e hanno deliberato con 22 voti a favore su 30 un documento in cui si avanzano essenzialmente tre richieste. La prima è che la priorità al governo è l’autonomia. “A Salvini interessa tornare al Viminale perché ritiene che da lì sia più facile risalire la china, ma a noi interessa l’autonomia”, rimarcano più fonti del Carroccio. La seconda è la conferma della candidatura di Attilio Fontana a governatore della Lombardia. Il terzo punto riguarda il congresso regionale che, secondo i consiglieri lombardi, non deve tenersi a gennaio ma immediatamente per evitare che, come avvenuto per deputati e senatori, possano non essere ricandidati.

Oggi, il capogruppo Roberto Anelli farà sottoscrivere il documento, con adesione telefonica, a tutti i consiglieri, uno ad uno. Documento che consegnerà al segretario Matteo Salvini, sempre più mal nel corpaccione del partito, anche alla luce dei deludenti risultati ottenuti alle recenti elezioni. In Lombardia, infatti, Fratelli d’Italia, col 27,6%, ha praticamente più che doppiato la Lega, ferma al 13,8%. Un crollo di consensi che, inevitabilmente, impone un congresso anticipato e che, a cascata, porterebbe anche le altre Regioni a porre una richiesta analoga.

Se, infatti, in Lombardia dovesse avere la meglio Letizia Moratti, che non ha alcuna intenzione di ritirare la candidatura e certamente può contare su solidi sostegni e coperture, allora la Lega potrebbe rivendicare per sé la poltrona su cui attualmente siede forzista Alberto Cirio. E proprio in Piemonte è avvenuta la prima “purga salviniana” con la defenestrazione del commissario provinciale di Vercelli, il deputato uscente e non più ricandidato Paolo Tiramani, con Enrico Montani, senatore del Vco trombato lo scorso 25 settembre, che “vanta” nel suo palmares numerose sconfitte amministrative (Verbania, Domodossola, Omegna).

Tanti segnali che evidenziano il nervosismo del Capitano e della sua intendenza locale, sempre più preoccupati che i governatori del Nord si mettano alla testa del malcontento generalizzato guidando una fronda che, al momento, non ha ancora precisi e riconosciuti punti di riferimento. La rivolta della ciurma è sempre molto pericolosa.

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