GRANA PADANA

Uno esce, l'altra non deve entrare. La Lega perde due consiglieri

Dopo due anni da separato in casa, Leone lascia il gruppo in Regione Piemonte e finisce al Misto. Spera in una candidatura con FdI o nella lista civica di Cirio. Porte chiuse al subentro di Rosetta, l'ex sindaca delle mazzancolle comprate con i fondi Covid

Uno se ne va, l’altra è meglio che non arrivi. Mentre a livello nazionale continua inarrestabile il crollo dei consensi, in Piemonte la Lega è alle prese con due casi piuttosto spinosi: la fuoriuscita dal gruppo di Palazzo Lascaris di un consigliere e il subentro ad Alessandro Stecco, che ha lasciato l’assemblea a fine febbraio dopo aver conquistato il posto da primario all’Asl Vercelli.

A scendere dal Carroccio è Claudio Leone che, dopo un paio d’anni da separato in casa, ha annunciato stamattina l’uscita per aderire al Gruppo Misto. L’esponente del Canavese vorrebbe ricandidarsi, ma non sa ancora dove: finora i tentativi di passare a Fratelli d’Italia sono stati infruttuosi e forse proprio per cercare una strada alternativa nei giorni scorsi è salito al 40° piano del grattacielo, proponendosi per la lista civica di Alberto Cirio. In fondo le oltre 2.700 preferenze raggranellate cinque anni fa possono fare comodo a chiunque ma allo stesso tempo non sono abbastanza per far indispettire un alleato prezioso come la Lega. Il governatore, per il momento, ha lasciato Leone in standby in attesa di affrontare la questione con Riccardo Molinari, anche se prevalgono le perplessità.

La Lega, intanto, chiude le porte all’ingresso nel suo gruppo di Michela Rosetta, ex sindaca di San Germano, ridente località del Vercellese, prima dei non eletti alle regionali del 2019 e quindi pronta a succedere al dimissionario Stecco. Per gli uomini di Matteo Salvini, la presenza di Rosetta, che nel frattempo si è allontanata dal partito, a 90 giorni dalle urne sarebbe a dir poco imbarazzante. Rosetta, infatti, è stata costretta a lasciare la carica di sindaco dopo gli arresti domiciliari e il processo con l’accusa di aver utilizzato parte dei fondi pubblici legati al Covid per acquistare capesante e mazzancolle finite ad amici e conoscenti e non ai soggetti cui erano destinati (anziani non autosufficienti con redditi modesti e stranieri in situazione di evidente difficoltà, con figli minori e disabili). Per la sua vicinanza alla destra radicale, qualcuno dei colleghi l’ha rinominata la “Le Pen de San Germain”.

Così i leghisti non si sono presentati nella Giunta per le elezioni che questa mattina avrebbe dovuto votarne il subentro, facendo mancare il numero legale e costringendo il presidente Maurizio Marello (Pd) a riconvocarla martedì prossimo. Alla riunione c’erano invece i rappresentanti delle opposizioni Giorgio Bertola (Verdi), Silvana Accossato della sinistra, Francesca Frediani di Unione popolare. Presenti anche Alessandra Biletta per Forza Italia, Carlo Riva Vercellotti per FdI e il leghista Gianluca Gavazza, cui è stato concesso prendere parte ai lavori in virtù della carica ricoperta (segretario d’Aula).

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