POLITICA & GIUSTIZIA

Nuovo caso scuote il sottogoverno Pd: bufera in arrivo sull'ad dell'azienda rifiuti

Occhi puntati sul Cidiu, società pubblica presieduta dal segretario del partito di Torino Mazzù. Quattro sindaci dem chiedono le dimissioni di Scolaro, che dal 2016 ha ottenuto oltre 60mila euro tra indennità e spese di trasferta. Il faro della Procura su tutta la sua gestione, si indaga per tentata concussione

Dopo il caso Gallo, un’altra vicenda tra politica e giustizia si abbatte sul Pd. E se da una parte si parla di autostrade e sanità, dall’altra la questione riguarda i rifiuti. Al centro di una storia che finora è rimasta sottotraccia c’è il Cidiu, l’azienda che si occupa del servizio di raccolta e smaltimento dell’immondizia nei Comuni della zona Ovest di Torino, in quella cintura rossa dove da decenni governa la sinistra: prima era il Pci, poi il Pds-Ds fino al Pd che oggi amministra città importanti a partire dal Grugliasco e Collegno.

Tutto ruota attorno alla figura di Marco Scolaro, amministratore delegato dell’azienda che di fatto governa ininterrottamente da dieci anni, cioè da quando nel 2014 venne nominato presidente. Nei dieci anni precedenti, invece, fu per due mandati assessore a Collegno (al Bilancio dal 2004 al 2009 e alla Programmazione economica dal 2011 al 2014). Scolaro è da sempre un iscritto al Partito democratico. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Enrica Gabettae dal sostituto Alessandro Aghemo, ha mosso i primi passi nella primavera del 2023, e vede come indagato per tentata concussione il manager-politico. Ma non sarebbe che la punta di un iceberg, quello che via via sta emergendo dalle carte degli inquirenti.

Le prime avvisaglie di qualcosa che non va arrivano nel novembre dello scorso anno quando quattro sindaci soci del Cidiu, che detengono insieme oltre il 50 percento delle quote, gli scrivono una lettera scarna in cui gli comunicano “in modo riservato” che non hanno più fiducia in lui e che sostanzialmente è giunto il momento di fare un passo indietro. I firmatari sono Steven Palmieri, primo cittadino di Alpignano, Francesco Casciano di Collegno, Carlo Vietti di Druento ed Emanuele Gaito di Grugliasco. Nonostante Scolaro sia espressione del centrosinistra, è il primo cittadino di Rivoli (Forza Italia) Andrea Tragaioli l’unico dei “grandi” comuni soci a rifiutare di firmare la missiva. Fatto sta che l’ad resta al suo posto e la tensione inizia a crescere. Ma perché una buona parte dei comuni soci non hanno più fiducia nell’amministratore dell’azienda?

Nell’assemblea dello scorso 11 marzo i toni si sono accesi quando si è iniziato a discutere proprio di Scolaro e della fronda contro di lui. Scolaro ammette che c'è un interessamento della Procura rispetto ad alcune aziende del settore rifiuti, ma non è chiaro se sia coinvolto anche lui e su cosa i pm stiano indagando. In un’altra assemblea, circa due settimane dopo, il  sindaco di Grugliasco comunica di aver chiesto l’elenco dei rimborsi percepiti da tutti gli amministratori del Cidiu negli ultimi anni. Per quanto riguarda Scolaro, emerge che dal 2016 al 2022 sono più di 60mila euro e meno male che in mezzo ci sono due anni di Covid tra smart working e lockdown: circa 40mila euro di rimborsi chilometrici, 18mila di indennità di trasferta, 4mila e rotti per spese di missione. Tanti? Pochi? Prima della pandemia la media era di 10mila euro all’anno, con il record di quasi 20mila nel 2018.

Da tempo voci interne all’azienda parlano di un faro acceso in corso Vittorio sul Cidiu e in particolare sul suo amministratore delegato. Una inchiesta in cui i rimborsi spese sarebbero solo la punta dell'iceberg. Impossibile saperne di più finché le indagini non saranno chiuse. L’azione dei sindaci – tutti del Pd – sembra un tentativo preventivo di mettere al riparo la parte politica da un eventuale ciclone giudiziario che sarebbe ancor più violento se si tiene conto che il presidente del Cidiu è Marcello Mazzù, ex sindaco di Grugliasco e oggi segretario della Federazione metropolitana del Pd torinese.

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