VERSO IL VOTO

Corsa (e sgambetti) al Nord, scazzi tra Lega e Forza Italia

Il partito di Tajani accentua l'offensiva per tentare il sorpasso su Salvini. Kermesse della componente nordista a Milano con Tosi e Cota. Replica a Molinari: "Dovrebbe vedere con favore i federalisti, non liquidarli come un'operazione elettorale"

Sinceri autonomisti e federalisti. Così si definiscono quelli di Forza Nord, costola paraleghista o post leghista di Forza Italia, spina nel fianco del partito da cui tutti o quasi provengono. In quell’autoritratto arricchito da precisi riferimenti alla promozione della libertà economica, l’innovazione e l’autonomia produttiva del Nord unita alla valorizzazione delle tradizioni locali c’è, in sostanza, il manifesto di ciò che appare l’accasamento di una diaspora più che una scissione, che in effetti nella Lega non c’è mai stata.

C’è, invece, sempre più evidente l’obiettivo del partito di Antonio Tajani di far presa, con questa falange nordista e relative candidature alle elezioni europee, nella parte del Paese che ha visto nascere, crescere e poi avvizzire la forza politica fondata da Umberto Bossi e trasformata, nel bene e nel male, da Matteo Salvini.

“Il Nord torna protagonista”, l’eloquente titolo della kermesse che prossimo 28 aprile a Milano vedrà il battesimo di quella che potrebbe dirsi la corrente nordista di Forza Italia, con la presenza di uno dei primi transfughi qual è l’ex sindaco di Verona oggi parlamentare azzurro Flavio Tosi, l’ex governatore del Piemonte Roberto Cota, il bossiano di ferro Marco Reguzzoni, il referente piemontese Luca Bona e altri, tra cui l’europarlamentare Stefania Zambelli

Un segnale ulteriore di quanto un partito che storicamente ha un grande bacino elettorale nel centro-sud non affidi un ruolo marginale agli ex leghisti per erodere consensi alla Lega e rafforzare la possibilità di un sorpasso di Tajani su Salvini. Indiscutibile e sempre più palpabile la tensione, su questo punto, tra i due partiti. Nella recente intervista allo Spiffero, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari ha bollato Forza Nord come “non credibile un’operazione condotta cercando di occupare e di intestarsi la questione settentrionale da parte del partito di Tajani”. Molinari, che oltre a presiedere i deputati a Montecitorio è anche il segretario piemontese del partito, ha esternato i suoi dubbi sul fatto che “se qualcuno è scontento del nostro partito veda l’alternativa in Forza Italia che è comunque un partito storicamente a forte trazione meridionale, che ha i suoi governatori del Sud che cercano di contrastare l’autonomia, che in Europa appoggia Ursula von der Lyen”.

Parole e concetti che non sono stati affatto apprezzati da Forza Nord. “Più che definire questo progetto come spericolato e come operazione, Molinari dovrebbe vedere con favore un allargamento dei movimenti politici che sostengono autonomia e federalismo”, sostiene Bona, referente di Forza Nord per il Piemonte. Per Bona, in passato segretario provinciale del Carroccio novarese da cui venne espulso otto anni fa (anche se lui spiegò che non aveva rinnovato la tessera), poi consigliere regionale nelle file azzurre, l’atteggiamento di Molinari rispetto agli autonomisti all’interno di Forza Italia “è difficilmente comprensibile, ancora di più perché Forza Nord, in Europa, è nel gruppo del Partito Popolare, il più importante dell'europarlamento, da dove potremo tutelare con maggiore peso le istanze del Nord. Forza Nord anche nelle Regioni potrà lavorare concretamente per migliorare l'attuazione dell'autonomia differenziata, di prossima approvazione dal Parlamento”. E, come un timbro sull’autenticità dello spirito autonomista, a Molinari ricorda che “l’iter per la richiesta di autonomia differenziata in Piemonte è ripartito da un mio ordine del giorno, presentato con il gruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale”. La corsa a dirsi più nordista dell’altro, tra Forza Italia e la Lega è appena incominciata.