POLITICA & GIUSTIZIA

Gallo, difesa sulla richiesta d'arresto: "Scambiata la morale con il diritto"

Il 15 maggio il Riesame affronta il ricorso dei pm sui domiciliari, respinti dal gip. "Condotta magari riprovevole sul piano etico-politico ma senza rilievi penali". Lunedì i giudici si esprimeranno sulla revoca delle misure detentive per Fantini

“Hanno scambiato la morale con il diritto”. Una battuta, quella pronunciata da uno degli avvocati della difesa, che riassume la linea sulla quale i legali intendono confutare la tesi accusatoria dei pm: il comportamento di Salvatore Gallo potrà pure essere politicamente biasimevole e sul piano morale deprecabile, ma da qui a prefigurare una condotta illecita sul piano penale ce ne passa. Malcostume ma non crimine, peccato ma non reato. E se al “signore delle tessere” del Pd torinese gli inquirenti contestano una serie di addebiti – peculato, corruzione elettorale ed estorsione – nell’ambito di un filone dell’inchiesta denominata Echidna, innestata sull’operazione dei carabinieri del Ros contro le infiltrazioni della 'ndrangheta nei lavori autostradali, la reiterata richiesta di arresti pare eccessiva e sproporzionata.

Con queste motivazioni i legali affronteranno il prossimo 15 maggio al Tribunale della libertà di Torino l’appello dei pm contro la decisione del gip di negare la misura cautelare dei domiciliari per Gallo e gli altri coimputati: Salvatore Sergi, direttore della Sitaf, società concessionaria della Torino-Bardonecchia, e Vincenzo Colosimo, responsabile degli acquisiti di Sitalfa (controllata di Sitaf). Ovvero i due soggetti attraverso cui Gallo, nonostante non rivestisse più da tempo alcun incarico nel gruppo autostradale, continuava ad esercitare la sua influenza, finalizzata in particolare a rafforzare la propria rete di relazioni e consensi da spendere sul “mercato” politico. Le note tessere per passare senza pagare dai caselli più altri favori (una visita medica, lo spostamento di un cassonetto dei rifiuti, una fermata del bus da collocare altrove, qualche aiuto di lavoro). Un intreccio tra interessi privati, pubbliche utilità e fini elettorali in cui l’aspetto giudiziario – tutto da dimostrare – è stato prontamente utilizzato nel regolamento di conti interno al Pd. E il primo a lasciarci le penne è stato il Gallo junior, Raffaele, costretto a dimettersi dal ruolo di capogruppo in Regione Piemonte e a rinunciare alla candidatura.

Intanto lunedì sempre il Tribunale del riesame si pronuncerà sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Roberto Fantini, il manager accusato di aver favorito ditte colluse con la criminalità organizzata per i lavori di manutenzione dell’autostrada quando era amministratore delegato di Sitalfa.

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