Pd Piemonte, pronti a discutere

Renziani e cuperliani possono intraprendere un percorso comune in vista del congresso regionale. L'obiettivo è restituire protagonismo e dinamismo politico al Partito democratico. Le nostre valutazioni sulla proposta di Catizone

Si potrebbero tranquillamente rubricare le considerazioni di Pino Catizone, riportate dallo Spiffero, come supporto "narrativo" al suo candidarsi alla segreteria regionale del Pd. Non ci sarebbe nulla di male, per la verità, ma è evidente che la cosa, messa così, non risulti politicamente, almeno per me, di grande interesse.

Tuttavia, alcuni ragionamenti che Catizone sviluppa, e che accompagnano la sua "discesa in campo" rappresentano una novità e meritano un approfondimento.

Tre punti mi paiono, in particolare, interessanti.

Il primo riguarda il superamento dei raggruppamenti che si sono fronteggiati nelle recenti primarie per la segreterie nazionale del Pd ( e forse ancor di più per la segreteria provinciale torinese) e l'invito e l'impegno a costruire un solo Pd ( e non una confederazione di due partiti quello renziano e quello anti renziano) intorno a gruppi dirigenti selezionati sulla base di capacità e competenze più che sulla fedeltà di componente e subcomponente.

Il secondo riguarda la costruzione di un nuovo Pd piemontese a partire dalla sfida per il governo della Regione, immaginando che la nuova segreteria regionale sia l'altro pilastro portante, il primo è la candidatura di Sergio Chiamparino, della nostra strategia per mandare finalmente Cota a casa e riportare la sinistra alla guida della Regione.

Il terzo, invece, riporta al centro dell'attenzione il tema, mai risolto ed anzi ulteriormente disatteso dalle modalità con cui si è costruita l'alleanza vincente nel congresso provinciale di Torino, del rinnovamento della classe dirigente torinese e piemontese. Perchè, e Catizone lo sa bene, le venti persone che comandano, dal secolo scorso, a Torino non sono state messe per nulla in discussione dalle vittorie renziane nei congressi, anzi, se mai il contrario.

Su questi tre punti, su questi tre nodi, se la volontà di affrontarli è sincera, e non strumentalmente funzionale a dare abito politico ad una candidatura personale, io credo ci siano spazi veri di confronto. Voglio poter credere nella sincerità delle intenzioni espresse da Catizone, restituire protagonismo e dinamismo politico a un partito regionale segnato, fino ad oggi, su questo Catizone ha davvero ragione, da un prolungato immobilismo e dal vuoto d'iniziativa politica, e credo che lui per primo sia disponibile e interessato a trovare al termine di questo confronto, e a non predeterminare oggi, quale figura sia più adatta a rappresentare, da candidato alla segreteria, questo nuovo corso del pd piemontese. C'è, quindi, potrebbe esserci effettivamente la possibilità e le condizioni per un dialogo, nel rispetto di differenze che fra noi restano profonde, ma anche con la consapevolezza che la proposta avanzata da Catizone rappresenta una novità e prefigura un'alternativa allo schema, che pareva fino ad oggi consolidato nel campo renziano, in base al quale il  candidato alla segretaria regionale era già deciso perchè frutto di un accordo di compensazione fra i grandi elettori torinesi del sindaco fiorentino, in riconoscimento del sostegno garantito, in precedenza, al candidato alla segreteria provinciale.

Se questo schema era, e resta per me, del tutto irricevibile, il percorso avanzato  da Catizone può realmente,  intorno ai tre punti che prima ho indicato, essere approfondito e verificato in assoluta sincerità d'intenti e trasparenza dei percorsi. Ciò, per quanto mi riguarda,  significa ritenere quella di Catizone una candidatura autorevole, ma non l'unica, nè a priori la più adeguata, significa non nascondere le differenze, di analisi e di proposta, significa dimostrare di essere capaci di dare risposta ai problemi attraverso la sintesi della politica e non con le compensazioni nella redistribuzione del potere tipiche dei cartelli elettorali. Non so se alla fine tutto ciò porterà ad un approdo comune, probabilmente no, penso sia però comunque utile avviare questo confronto e credo che non dispiacerà ai " renziani della prima ora" sperimentare modelli d'interlocuzione alternativi a quelli vissuti con il sostegno al candidato alla segreteria provinciale.

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