Orgoglioso di questi politici

Buongiorno a tutti voi, sono Franco Minutiello che vi scrive per l'ultima volta per ringraziarvi tutti per il grande aiuto che mi avete dato in queste settimane. Ieri infatti ho avuto l’occasione durante la mia visita a Roma per un confronto con un neurologo specialista, di esser ricevuto dal Ministro Enrico Costa e dall’onorevole Giorgio Airaudo. Con me c’era il Presidente Nazionale di WeAreParky, Giulio Maldacea. La mia storia è triste, quando ci penso piango perché non è facile a 59 anni trovarsi in questa situazione malato e senza più un lavoro, ma grazie a questa triste situazione ho trovato attorno a me delle persone meravigliose che mai pensavo esistessero e mai pensavo mi dedicassero alcuni stati preziosi della loro vita.

Per questo oggi mi sento anche, sembra assurdo o ridicolo ma è davvero ciò che provo, di ringraziare anche la Teknoservice perché con il gesto del licenziamento ha fatto si che trovassi nuovi amici, quelli veri, e grandi persone e di sentirmi utile nel combattere una giusta causa che esiste sui malati di Parkinson in tutta Italia. Il Ministro Enrico Costa mi ha ricevuto nel suo studio privato del Ministero, con una gentilezza e una semplicità che mi hanno fatto commuovere alla mia uscita, non credevo mai che io umile cittadino avessi la possibilità di esser ricevuto da un Ministro della Repubblica, così come l'amabilità e vicinanza che mi ha dimostrato l'onorevole Airaudo; al mio ritorno sono stato male sull'aereo ho avuto una crisi e sono stato ricoverato per un'ora al pronto soccorso per ristabilirmi, ma ero felice perché mi sono sentito nuovamente utile. Con loro ho parlato della problematica del Parkinson e della necessità urgente di avere un tavolo tecnico fra i quattro Ministeri coinvolti (Salute, Lavoro, Trasporti e Famiglia) e le associazioni nazionali di categoria, per non sentirsi mai più abbandonati e soli: il Parkinson è una malattia non una vergogna. Io al momento per i motivi legati alla mia salute ho fatto tutto quello che potevo per sensibilizzare questa giusta causa, e con la stessa dignità che ha portato Il Santo Padre Wojtyla, io la porterò sin a quando sarò in vita, senza rancori con nessuno anzi con la gratitudine di chi con un gesto magari non tanto umano mi ha fatto conoscere la grande umanità di chi soffre veramente. Vi dico ancora una volta grazie per tutto quello che avete scritto per aiutarmi, ripeto sono felice nella grande tristezza di non avere più un lavoro, perché ho avuto modo di conoscere persone meravigliose che resteranno legate a me non per un rapporto di lavoro o per una falsa amicizia ma per una grave malattia e perché insieme non ci sentiremo mai più soli! Vi saluto e vi ringrazio.

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