Un Brusco cambio di casacca

Uno dei problemi non risolti oggi adeguatamente dalla politica è quello della selezione della sua classe dirigente, anche se potrebbero bastare anche solo due caratteri per identificare chi è “tagliato” per la politica e chi, invece, no: il coraggio e la coerenza. Caratteri, evidentemente, non in possesso del consigliere Adriano Brusco, capogruppo al Comune di Vercelli per il M5s, che ha annunciato recentemente di passare dall’opposizione ai banchi della maggioranza.

Mancanza di coerenza specialmente se si considera che, in occasione della svendita della municipalizzata Atena al colosso Iren, aveva tuonato ripetutamente dai banchi dell’opposizione (o, meglio, dal banco dell’opposizione, essendo l’unico a prendere posizione contraria) anche contro la formazione politica CambiaVercelli (in cui è andato a confluire!) da lui accusata di non aver avuto il coraggio, come maggioranza, di votare a favore dell’operazione...

Incoerenza anche se si considera che lo stesso Brusco aveva condotto un’accanita campagna, insieme ad altri iscritti del M5s di Vercelli, contro la sindaca Maura Forte, chiedendo le sue dimissioni, anche con un raccolta di firme, in occasione del rinvio a giudizio del primo cittadino.

Adesso, invece, col suo voltafaccia, la sindaca può contare su un necessario e prezioso rinforzo della sua traballante maggioranza...

Il coraggio, invece, Brusco non l’ha avuto quando, in disaccordo con i vertici regionali e nazionali del Movimento, accusati ripetutamente di non prestare attenzione alle vicende locali e di non aver voluto risolvere diatribe interne al M5s di Vercelli, è rimasto nel Movimento, vivacchiando e limitandosi a disertare le riunioni del Consiglio comunale, anche quando c’erano da discutere delibere importanti che avrebbero potuto provocare la crisi dell’Amministrazione, attirandosi il sospetto di collaborazionismo con la maggioranza e mettendo anche tutto il Movimento in una posizione imbarazzante.

Ecco perché gli iscritti e gli attivisti del M5s di Vercelli, già dal mese dello scorso aprile, avevano rotto i rapporti con Brusco, dopo avergli prima consigliato (invano), poi intimato (senza successo) di dimettersi e permettere, così, di far subentrare il primo dei non eletti della lista pentastellata.

Qui non si tratta di considerare Brusco un traditore, una parola molto impegnativa, considerato che, da tempo, nel linguaggio corrente esiste un termine ben preciso per definire chi cambia schieramento: voltagabbana. E, Brusco, attingendo alla migliore tradizione italica dei voltagabbana, ha seguito i mirabili esempi dei Razzi e degli Scilipoti (anche se in sedicesimo) anche se non sappiamo, a differenza delle prebende lucrate dai citati parlamentari, quali vantaggi pratici personali potrà ottenere da questo cambio di casacca. Sappiamo che sicuramente la sua credibilità politica ne esce senz’altro compromessa. Se, comunque, di tradimento si vuol parlare, quello più grande è certamente fatto ai suoi elettori di cui ha tradito voto e fiducia.

Gli attivisti e gli iscritti di Vercelli, confluiti nel Meet up Vercelli-Amici di Beppe Grillo, nato spontaneamente tra persone con la voglia di riprendere un ruolo attivo nella propria comunità nella prospettiva di una nuova politica che nasce dalla base, sicuramente andranno avanti più speditamente senza uomini come Brusco, che rappresentano solo i caratteri più deleteri di una politica che, come dicevamo, non sa scegliere i suoi rappresentanti. Né hanno bisogno di chi nel Movimento, per smania di protagonismo, più che per gli interessi dei cittadini, aiutato (istigato) da alcuni responsabili regionali e nazionali, estranei ai problemi di Vercelli, ha alimentato diatribe e tensioni che hanno favorito la decisione di Brusco.

Intanto, gli iscritti e gli attivisti del M5s di Vercelli chiederanno al loro responsabile nazionale degli Enti Locali che Brusco venga espulso dal Movimento per indegnità politica.

*Bruno Ranucci, Meet up Vercelli-Amici di Beppe Grillo

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