Governare come fece Cavour

Andare al governo è un onore grande, rappresentare il Governo e il Paese è il massimo per chi ha scelto la passione civica di interessarsi al “bene comune”. Ma come diceva un detto spagnolo “Asfaltar no es gubernar”, governare è sempre più difficile e complesso da quando i Paesi si trovano nella economia globale e senza salvagente se non la qualità dei loro governanti e la competitività delle proprie aziende. Ma con la globalizzazione la frase famosa dell’Avvocato Agnelli secondo cui “quello che va bene alla Fiat va bene al Paese” è venuta meno. In un attimo e senza che Renzi e Fassino pensassero di alzare il telefono, la fiat ha spostato a Londra la sede fiscale. Quante aziende grandi e piccole in questi anni di governi deboli sono state acquistate da gruppi cinesi, tedeschi, e francesi? Una grande azienda a fronte della opposizione di una parte del sindacato al suo piano di investimenti decise di trasferire una linea di produzione all’estero e ci rimise il nostro lavoro.

In questa situazione, nella quale l’orizzonte della imprenditoria è il mercato globale, l’interesse del Paese può essere rappresentato e difeso solo dalla politica, dalla buona politica, dalla politica che ha una visione che va più in là del titolo del giornale del giorno seguente.

Negli ultimi anni la capacità di governare le situazioni complesse è visibilmente diminuita. Per questi motivi siamo al penultimo posto in Europa per tasso di crescita. Dopo anni in cui si sono annunciate riforme in ogni settore a fronte di un Paese che è agli ultimi posti per competitività il ministro Padoan ha detto che è ora di fare riforme “innovative”. Ma queste riforme innovative non mi pare siano in grado di farle molti tra chi ci ha governato in questi anni.

Da anni il Paese, e in particolare la Pianura Padana, ha il grande problema dello smog. Da anni in Europa rischiamo la procedura di infrazione che ci costerebbe oltre 1 miliardo di euro. Il problema è che l’alto smog uccide. Molti che soffrono problemi di respirazione se ne vanno prima del tempo, molti vivono male. I grillini al governo delle città da 18 mesi dopo aver preso misure ininfluenti a Torino stanno sperando nella pioggia ma mi ha colpito la affermazione di impotenza del ministro Galletti data alla stampa. “Firmato il protocollo  non posso sanzionare chi non lo rispetta”.

Così Torino fa una cosa diversa da quella della Regione Piemonte. Il Governo deve invece intervenire, convocare sindaci e presidenti di Regione e firmare un protocollo che abbia al suo interno alcune misure decise per decreto dal Governo e dalle città. Misure immediatamente esecutive. Ad esempio un piano/decreto legge che defiscalizzi la sostituzione delle vecchie caldaie da riscaldamento oltre alla forte defiscalizzazione della sostituzione del vecchio parco circolante (Euro 0,1,2,3,4) e decreti comunali che consentano la circolazione in città solo agli Euro 6 e ai veicoli a metano/gas. A questi decreti si aggiunga un piano che finanzi nuove linee metropolitane nelle grandi città.

Se si vuole rilanciare un Paese, che ha il terzo debito pubblico del mondo anche se la sua economia vale solo il 2% del Pil mondiale, occorre una alta capacità e qualità nel governare che, dobbiamo dirlo, non si può comperare al mercato. Il prof. Asor Rosa e Scalfari hanno detto che nelle scuole bisogna insegnare meglio il Novecento. Personalmente, ai futuri governanti consiglio di leggersi un po’ di libri sulla vita politica di Cavour, il più grande statista dell’800, l’architetto dell’Italia unita. In 13 anni di impegno politico unì il Paese politicamente, lo unì economicamente disegnando la rete ferroviaria, fece la prima politica del mare dando le concessioni a Rubattino, fece logistica valorizzando il porto di Genova, fece politica agraria con i canali Cavour, fece politica industriale spingendo la nascita della Ansaldo che fornì di locomotive la rete ferroviaria italiana, conquistò un posto al tavolo della politica  internazionale. Per un Paese che prima del primo Traforo del Frejus aveva un Pil di 1/4 rispetto alla Inghilterra, per un Paese che 40 anni prima veniva definito da Metternich “una mera espressione geografica” l’Italia di Cavour rappresentò un successo con pochi precedenti.

Ma chi si candida al Governo deve avere anche una sensibilità umana prima che politica perché molti recentemente hanno ricordato Maria Antonietta che a chi protestava perché aveva fame, rispose “dategli una brioche”.

*Mino Giachino, Forza Italia, già sottosegretario ai Trasporti

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