Non beviamoci il futuro

In un momento storico piuttosto significativo per l’Italia e per il mondo (fra pochissimo il Presidente della Repubblica Italiana Mattarella scioglierà le Camere e poi vedremo che succederà da noi, in Libia scoppiano oleodotti e subito a New York il prezzo del petrolio vola, il Papa intanto lancia messaggi dal sapore squisitamente politico sul complesso e aggrovigliato tema/dramma dei migranti, Trump dà indicazioni capaci di sconvolgere pericolosamente precari equilibri fra Israele e Palestinesi, Putin da buon vecchio stratega rotto a ogni esperienza nei remoti territori di una Russia ex Unione Sovietica guarda e attende prima di agire, attentati cruenti continuano a devastare e terrorizzare varie parti del mondo, ecc.) mi inserisco con un tema che capisco possa sembrare del tutto marginale e forse patetico: eppure ci credo!

Le multinazionali di alcool e birra (spesso quotate in borsa) stanno raggiungendo fatturati da capogiro, numerosi programmi televisivi assai dignitosi e media di tutto rispetto, parlano della proficua e positiva espansione di tale industria/commercio a livello planetario come di una risorsa fondamentale per risollevare in parte le economie mondiali e locali. Bene, ne prendiamo atto, ci domandiamo solamente se incentivare al massimo il bere alcool (seppur foriero di grandi guadagni e dinamismo dell’economia) abbia una logica equilibrata anche rispetto agli effetti che tale consumo, se incontrollato, può avere soprattutto nei confronti di generazioni di adolescenti e giovani spinti al consumo senza freni in nome di un guadagno selvaggio. È vero che viviamo in una dimensione di libero mercato e che ognuno è responsabile di ciò che fa, è anche vero che chi commercia alcool ha diritto di venderne più che può tendendo a raggiungere il massimo profitto per sé stesso (è bello vedere entrare in cassa così tanta moneta sonante nei week end di bevute selvagge), ci sono però a fronte i fruitori, masse crescenti di persone giovani e giovanissime che difficilmente sono in grado di controllare l'effetto inebriante di chupitos e poi sciottini e poi vodka e poi magari un pessimo amaro o una men che mediocre sambuca, in un mix che non ha più nulla di divertente ma che deve “sballare” per finire poi ubriachi fradici a vomitare, a urlare, a urinare contro i muri, a prendere a calci auto e portoni.

Conclusione: forse stiamo vivendo un’epoca di totale declino? Forse stiamo vivendo un ciclo storico, come tanti nel passato, in cui si deve toccare il fondo di abbrutimento e degrado? Un periodo in cui devono trionfare valori deleteri e distruttivi (presentati quasi diabolicamente come costruttivi e positivi) per ridurre masse significative all'obnubilamento e a un letargo malato, ridurre i cervelli all’atrofia, alla non reattività, all’essere sottomessi e inerti, ovviamente dominabili e impotenti? Anche le droghe trionfano ovviamente in questo quadro e i loro fatturati mondiali sono agghiaccianti. Non per niente l’Italia in questo settore, con la 'ndrangheta come organizzazione oggi dominante per “eccellenza” nel mondo, è il paese più importante a livello planetario... almeno abbiamo un primato, criminale però!

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