E il Piemonte sta a guardare

Mentre Chiamparino fa a pugni dentro il Pd per individuare il candidato alle prossime regionali gli altri lavorano per il futuro. La Svizzera ha un pil che supera i 600 miliardi , superiore ai 520 miliardi prodotti da Piemonte, Liguria e Lombardia. Per il porto di Genova conquistare il mercato svizzero vuol dire una prospettiva di un quasi raddoppio dei traffici portuali. Si tenga conto che, secondo Nomisma, oggi il porto di Genova genera oltre 90.000 posti di lavoro di cui oltre 50.000 a Genova e oltre 15.000 in Piemonte e 20.000 in Lombardia.

Per le navi che giungono da Est scaricare a Genova, la città amata da Cavour, vuol dire risparmiare tempo e combustibile rispetto a Rotterdam. Per l’Europa questa scelta vuol dire diminuire l’inquinamento. Per la Svizzera vuol dire ricevere prima la merce e a costi inferiori. Da Genova i traffici possono andare in Svizzera o attraverso Novara o attraverso Milano e il Gottardo.

Il retroporto logistico ligure è tutto in Piemonte, da Rivalta Scrivia a Novara e a Orbassano. La logistica è un settore “labour Intensive”, un polmone di lavoro su cui puntare soprattutto con la disoccupazione che Monti e la politica europea della austerity ci hanno lasciato.

La Giunta regionale del Piemonte vuole battere un colpo? Parafrasando l’Avvocato si può dire che ciò che va bene al porto di Genova e ai porti liguri va bene per il Piemonte. Nella globalizzazione dei mercati come diceva Z. Bauman l’economia rischia di sovrastare la politica, soprattutto se la politica guarda il suo ombelico.

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