La Tav è importante, ma non basta

Nei giorni scorsi avevo cercato di mettere in guardia coloro che ritengono che la questione Tav debba rappresentare il cuore del programma del centrosinistra nella convinzione che questo avrebbe consentito di intercettare una parte dei voti di elettori del centrodestra. Penso che si tratti di un errore di valutazione. Salvini non ha alcuna intenzione di rinunciare alla possibilità di conquistare il Piemonte. La posta in gioco è troppo importante. Per questo non fidandosi, della valutazione costi-benefici del Ministro Toninelli ha incarico un gruppi di esperti di propria fiducia di predisporne una seconda. Proprio perché il Contratto di Governo sottoscritto dai due partiti rinvia ogni decisione sul proseguimento dei lavori alla valutazione costi-benefici ha deciso di confutare su questo terreno il parere negativo del Ministro dei Trasporti.

Questo lascia intendere che la Lega sulla Tav non si farà mettere in un angolo. Dichiarerà di essere favorevole; del resto mi domando come possa affermare il contrario dopo averla sostenuta quand'era al governo della Regione. Chiederà agli elettori di darle maggiore forza alle prossime elezioni europee per imporre la propria posizione. Stando al governo ha in mano le chiavi per risolvere il problema il che significa che difficilmente potrà essere questo l’argomento sul quale metterla in difficoltà.

Sia chiaro: io credo che la questione Tav sia decisiva. Se l’Italia dovesse dire di no, non è che il progetto trans-europeo non si realizzerà. Più semplicemente i flussi di traffico est-ovest passeranno da Stoccarda e Monaco portandosi dietro le attività economiche e la nostra Regione ne risulterà impoverita in termini di minore presenza delle attività produttive e di minore occupazione. Un progetto di modernizzazione del Paese che punti su uno sviluppo sostenibile non può non prevederne il completamento.

Lo spartiacque tra destra e sinistra non può però essere rappresentato dalla Tav; prova ne è che la sostengono sia Forza Italia sia la Lega. Quest’ultima va sfidata a compiere atti conseguenti, ma il centrosinistra per non perdere il Piemonte deve fare anche altre tre cose: avere il coraggio di chiamare per nome e cognome le cose che in questi cinque anni non hanno funzionato, valorizzare le politiche positive che ha realizzato e presentarsi con un programma che sappia dare risposte alle questioni, del lavoro, dei diritti, del welfare e della modernizzazione del sistema Piemonte dentro cui va collocata la questione Tav.

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