Par condicio per i politici giramondo

Fassino in tour. In Birmania Piero applaudito dai suoi, Cota fischiato perchè fuori dal Piemonte. Perché questa disparità?

E' iniziato il tour di Fassino. Da venerdì a giovedì prossimo lo si potrà avvistare in Birmania, in missione speciale per l'Ue. Ora non ci sarebbe nulla di male in questa sua attività visto che in Birmania la gente non ha nemmeno il diritto di votare, né di parlare liberamente per strada. Si sa che le sinistre sono sempre molto più sensibili a combattere per i diritti di altri Paese, che non per garantirli in quelli dove loro governano.

 

Esiste un ma: perché il neo eletto sindaco di Torino può tranquillamente andarsene a zonzo per il globo, tra gli applausi di stima del gotha del suo partito, (peraltro proprio prima di presentare al Consiglio Comunale delle linee programmatiche fondamentali per il futuro di una città che certamente non naviga nell'oro), mentre nello stesso momento in Regione il presidente Cota viene messo in croce ogni momento per qualsiasi sua assenza?

 

Insomma un Cota che dovrebbe secondo il Partito Democratico essere posto agli "arresti domiciliari negli uffici regionali" per dimostrare di essere un buon amministratore; mentre al proprio esponente di partito è permesso di "bighellonare" per il mondo come le vecchie suffragette. Come se la presenza del buon Piero, per la sua autorevolezza (non fu neppure ricevuto da Obama durante le elezioni presidenziali nonostante un tour delel sinistre italiane partite per aver udienza con il guru del momento), potesse risolvere problemi internazionali che persistono dal 1962. 

 

E' ora che la politica locale rappresentata da leader o ex leader nazionali, in modo bipartisan, soppesi gli interessi in gioco e decida, una volta per tutte, se ha intenzione di impegnarsi concretamente per traghettare Torino fuori da una crisi economica che sta mettendo in ginocchio decine di famiglie del capoluogo sabaudo; oppure intenda ancora apparire sui media nazionali, alla ricerca del talk show o della foto sul quotidiano. Se si scegliesse la seconda ipotesi, il rischio è però che i torinesi restino con un pugno di mosche in mano.

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