PALAZZI ROMANI

La Tav travolge il governo bipolare

Due indicazioni di voto: la parte leghista per le mozioni favorevoli all'opera, la componente grillina, parecchio imbarazzata, si rimette all'esito dell'aula. Airola dà i numeri a casaccio, lo show di Laus e la vittoria di Pirro. L'esecutivo Conte è ormai una barzelletta

Ci voleva la Tav per vedere quel che non s’era mai visto: un Governo che dà sullo stesso argomento due pareri opposti. "La posizione della Lega è nota, invitiamo a votare a favore di tutte le mozioni che dicono di sì alla Torino-Lione e contro chi blocca il paese" dice il viceministro del Mef Massimo Garavaglia. Dopo di lui dal banco del Governo, il sottosegretario del M5s ai Rapporti con il Parlamento Vincenzo Santangelo comunica che “il Governo si rimette alla decisione dell’Aula”.

Nel dibattito che precede il voto la parola più ripetuta è “surreale”, appioppata a questo o quel tema a seconda degli schieramenti, ma non ci può essere nulla di più surreale di quel parere duplice e contrastante arrivato dai due alleati di un esecutivo che ormai sta in piedi a dispetto di tutti i santi cui si votano i Cinquestelle per perpetuare il miracolo del 4 marzo 2018 conservando poltrone e potere che sono già svaniti nei sondaggi e nelle urne delle amministrative. Se durerà ancora, e i dubbi sono ormai sul quando e non sul se cadrà, questo Governo sarà un po’ una barzelletta e un po’ una tragedia. E quella che doveva essere la battaglia delle battaglie per il grillini, e fino a quando sono rimasti in campagna elettorale senza dover (provare a) governare il Paese lo è stata, è diventata la Caporetto per i Cinquestelle, accusati di alto tradimento anche da quel popolo No Tav da cui avevano avuto fiducia e voti.

Quello di oggi al Senato era scontato, lo sapevano loro per primi. Ma con quella mozione del tutto inutile e addirittura fatta per impegnare inusualmente il Parlamento anziché il Governo, hanno cercato di salvare la faccia e la poltrona. Hanno forse sperato in qualche alchimia parlamentare che rendesse meno dura la divisione con la Lega, ma non è stato così. Non c’è stato neppure bisogno di ascoltare il dibattito: quelle due dichiarazioni sul parere dell’esecutivo hanno messo un sigillo, ma visto della storia della Repubblica, a una divisione che se per mesi è stata sminuita e financo negata dai due alleati, adesso sembra far viaggiare verso la crisi ad alta velocità.

Il voto di oggi, con la bocciatura della mozione dei Cinquestelle con 181 voti e l’approvazione di tutte quelle a favore (quella del Pd con 181 voti, quella della Bonino con identico risultato così come quella di Fdi e Forza Italia che ha preso un voto in più) che hanno ricevuto i voti della Lega la quale ha votato contro il documento grillino, ha solo sancito una nuova maggioranza, quella dei favorevoli alla Tav. L’altra, quella che sostiene il Governo, ormai non è solo più da separati in casa, ma da dissociazione patologica.

Far di tutto per salvare la faccia conservando la poltrona, si diceva. Ci ha provato il M5s, anche con la consunta tiritera della Tav “idea vecchia di trent’anni”, come ha ripetuto Elisa Pirro, senatrice piemontese illustrando la mozione. Nello stanco mantra ormai superato dai fatti e dalla decisione del premier Giuseppe Conte, la Pirro ripete che "Il M5s ha ha fortemente voluto che nel contratto di governo fosse scritto che il progetto Tav sarebbe stato ridiscusso integralmente".

Una discussione che se ha fatto perdere mesi e pazienza, ha tenuto in vita artificialmente l’ultimo totem grillino, dopo la caduta del no al Tap e all’Ilva, solo per citarne un paio. "Non avremmo voluto ridiscutere scelte maturate da diversi anni – ha osservato il senatore di Forza Italia e a lungo coordinatore degli azzurri piemontesi, Gilberto Pichetto –. Nel 2012 sono iniziati i lavori, ricordo. La scelta che oggi faremo investe i giovani, e quello odierno non può essere diventato un dibattito per riempire i media di dichiarazioni. Non si infrangono impegni istituzionali". Pichetto illustrando la mozione forzista ha ribadito: "Non siamo per la scelta dell'arretratezza siamo a favore dello sviluppo, Forza Italia vuole la Tav e vuole la difesa dell'ambiente”. Assai più ruspante un altro berluscones piemontese, Marco Perosino, che ha sfidato i Cinquestelle ripescando suoi ricordi da ciclista: "Come venite a Roma se non con la Tav? – ha chiesto provocatoriamente il sindaco di Priocca –. Venite in bicicletta. Io ci sono venuto due volte in vita mia e dico che è possibile”.

Per la serie non facciamoci mancare metafore e citazioni, dai banchi del Pd, Mauro Laus rivolto al grillino torinese Alberto Airola: “Siete rimasti in mutande, alzati e cammina". E al ministro Danilo Toninelli dice:” Dimettiti, vai a casa. La Tav non attiene solo al Piemonte ma il destino internazionale del nostro Paese". Airola inciampa in numeri e parole, ma quando deve replicare all’ex presidente del consiglio regionale scandisce: "Il Pd non finisce mai di stupire: mentre alla Camera presenta una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell'Interno, al Senato riscrive la mozione sul Tav per andare incontro alla Lega. In questo quadro il senatore Laus ha anche il coraggio di venire a dare lezioni a noi. Di cosa in particolare? Di coerenza?".

Fuoco (ex) amico sui grillini dal novarese Carlo Martelli, passato al misto dopo la faccenda dei rimborsi non versati: “ Vi siete seduti a un tavolo per fare il programma di governo e avete deciso che l'opera sarebbe stata da ridiscutere, ma avevate un no come pregiudiziale politica". Per la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando (Pd) “questo governo non ha più la maggioranza, questa è la realtà. La mozione in discussione non impegna il governo, ma il parlamento perché il movimento 5 stelle non è in grado di impegnare nessuno”. Tantomeno la Lega che in Aula interviene anche con Marzia Casolati, eletta con i voti di quella Valsusa che come noto non è affatto tutta NoTav: "Nel 1857 veniva approvato il traforo del Frejus, unico passaggio ferroviario alpino tra Italia e Francia. Ma non è più funzionale, anzi è al limite del pericoloso. La Tav – ha spiegato Casolati – dà lavoro a centinaia di persone, inquina meno, produce investimenti”. Poi il tema delle proteste e degli scontri, con “criminali che approfittano della questione Tav per attaccare le forze dell'ordine”. “Surreale”, stavolta a pronunciarlo è Maria Rizzotti. La senatrice forzista definisce così il dibattito che si svolge “dopo che otto governi hanno firmato trattati con la Francia”. 

Per un altro senatore piemontese di Forza Italia, il vicecapogruppo Lucio Malan “dopo le chiare e dure parole del capogruppo della Lega, la posizione dei Cinque stelle apre una questione politica gigantesca. Vedremo come i due attori principali di questa maggioranza anomala la risolveranno. A noi interessano molto di più gli effetti negativi che questa situazione genera sul Paese che rimane a crescita zero, dove le imprese chiudono e non si ravvedono prospettive appetibili per il futuro".

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