FINANZA & POTERI

Lapucci il Delfin(o) di Caltagirone in lista per il cda di Mediobanca

L'ex segretario della Crt, che tanto si è speso per l'alleanza con i "pattisti" nella scalata (fallita) delle Generali, è nella rosa per il prossimo cda. Ma entrerà solo se la compagine batterà Nagel. Altrimenti si consolerà con la buonuscita ultramilionaria

Fa parte della cinquina, ma entrerà nel board solo se la sua squadra vincerà la partita. Massimo Lapucci è uno dei cinque componenti della lista che Delfin, la holding degli eredi di Leonardo Del Vecchio, maggiore azionista di Mediobanca con il 19,8%, presenta per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia. Il nome dell’ex segretario generale della Crt, che proprio quand’era al vertice via XX Settembre (alla destra del presidente di allora, Giovanni Quaglia) aveva spinto per schierare la fondazione con i “pattisti” nella scalata (poi fallita) delle Generali, compare al quarto posto, dietro all’ex chief risk officer del Leone di Trieste, Sandro Panizza, all’ex consigliera del gruppo assicurativo e docente di economia all’università Roma Tre, Sabrina Pucci, all’ad di Illy Caffé e consigliera di Essilux, Cristina Scocchia, e davanti al presidente di Covivio, Jean-Luc Biamonti. Per il collegio sindacale la finanziaria guidata da Francesco Milleri ha indicato come effettivi Mario Matteo Busso e Barbara Tadolini, presidenti del collegio sindacale, rispettivamente, di Terna ed Enel, mentre candidato supplente è Angelo Rocco Bonissoni.

Delfin ha dunque evitato l’opzione dirompente di un “listone” a sette che avrebbe rischiato di portare a un cda senza maggioranza, mettendo in allerta la Bce, ma neppure si è accontentata dei due posti che lo statuto di Mediobanca riserva alla lista di minoranza arrivata prima. Così se nell’assemblea del 28 ottobre la rosa di Delfin risulterà vincente, conquisterà cinque dei quindici consiglieri di cui si compone il cda. Se invece a prevalere sarà la lista guidata dall’ad, Alberto Nagel, e dal presidente, Renato Pagliaro, in consiglio entreranno solo Panizza e Pucci. Lapucci, storicamente legato ai Caltagirone è un manager vicino anche a Romolo Bardin, amministratore delegato della Delfin, ed è stato nel cda di Beni Stabili, oggi Covivio. In quel caso resterà fuori ma potrà consolarsi, si fa per dire, con la sostanziosa buonuscita ultramilionaria elargita dalla Crt.

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