Il ruolo della sinistra politica e sociale

Una cultura che continua ad essere decisiva e determinante per qualificare la natura riformista e di governo del Pd. E per confermare, nei fatti, la natura "plurale" del partito, ma soprattutto per garantire i tratti originari della sua politica

Il tempo passa in fretta e anche nella politica le vicende concrete vengono archiviate rapidamente. Parlando del centrosinistra, del Pd e del rapporto con Berlusconi e il berlusconismo, si potrebbe fare un simpatico libello per raccontare come gli umori, le sensibilità e gli stessi atteggiamenti concreti mutano con una rapidità impressionante. Dopo 20 anni di feroce e pregiudiziale antiberlusconismo, l’ultimo a pagarla cronologicamente e duramente fu il povero Franco Marini quando si vide bersagliato dalla base del Pd perché, si sussurrava, nella elezione del Capo dello Stato pareva ci fosse un “accordo anche con Berlusconi”. Tessere restituite, sedi occupate, mail di rara violenza verbale di dirigenti e neo parlamentari contro il vertice del partito dell’epoca, minaccia di dimissioni dagli incarichi di partito e via discorrendo erano gli atteggiamenti che noi abbiamo sperimentato e visto in quelle settimane. Dopodiché, tutti sappiamo come andò a finire dopo pochi giorni.
 
Oggi, ad una manciata di mesi da quegli episodi, assistiamo ad una convergenza massiccia di ex esponenti di Forza Italia – guidati dall’ex plenipotenziario di Berlusconi, Denis Verdini – sulle posizioni del Pd e della maggioranza di governo. Il che non può che essere positivo… C’è una domanda però a cui prima o poi qualcuno dovrebbe dare una risposta non banale: c’è stata, ad oggi, memori di quel che è capitato nel recente passato, nella base del Pd qualche obiezione, qualche critica, qualche restituzione di tessera, qualche occupazione di sedi ecc. ecc. di fronte a questo esodo? Al momento non risulta. Da Trento a Trapani.
 
Ecco, ho voluto ricordare questi due episodi concreti – e ne potrei elencare moltissimi – per arrivare ad una semplice conclusione: e cioè, gli umori e le sensibilità, anche in un grande partito, cambiano repentinamente per svariati motivi e ciò che si è detto per alcuni lustri  si è sciolto come neve al sole perché, per buttarla in caciara, “sono cambiate le condizioni politiche generali”. Il che, detto tra di noi, è anche un bene ed è sicuramente positivo.
 
Ora, alla luce di questo cambiamento radicale nel sistema politico e del sostanziale tramonto delle pregiudiziali politiche, ideologiche, personali ed etiche che per lunghi 20 anni hanno ingessato la stessa politica italiana, siamo arrivati ad un punto dove anche per un grande partito si aprono nuovi scenari e nuovi orizzonti. E io sono tra quelli che credono che in questo nuovo e rinnovato scenario, per il Pd diventa sempre più necessario ridefinire la sua identità, il suo profilo politico e la sua natura culturale. Accanto alla leadership forte e carismatica del suo segretario e Premier Renzi, si devono al contempo riconfermare le ragioni della identità politica e culturale del partito. Cioè di un partito di governo che convenzionalmente si definisce anche di centro sinistra e riformista. In questo contesto, il ruolo di una sinistra politica, sociale e cattolica continua ad essere decisivo e determinante proprio per qualificare la natura riformista e di governo del Partito Democratico. E questo non solo per confermare, nei fatti, la natura “plurale” del più grande partito italiano, ma anche e soprattutto per garantire a questo partito i tratti originari della sua esperienza politica. Del resto, è inutile ragionare sulla politica sempre e solo con lo sguardo rivolto all’indietro. Il presente, anche di un grande partito, va governato e affrontato con lo sguardo rivolto al futuro senza disperdere, comunque sia, le proprie radici. Ed è per questo che, nello scenario profondamente mutato rispetto anche solo a qualche mese fa, la sinistra sociale e politica continua  ancora a svolgere un ruolo decisivo e determinante nel Pd alla ricerca dell’unità del partito e del rafforzamento del Governo Renzi.

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