Banca Generali, prudenti e corretti

Gentile Direttore,
nell’articolo odierno “Banca Generali, Crt nel mirino” emergono dei riferimenti lesivi della reputazione del rispetto delle procedure da parte della Banca. Già dal primo paragrafo il rimando all’articolo del luglio 2020 del Financial Times, che ricordiamo poneva il nodo dei controlli Aml su due note (su svariate migliaia complessivamente cartolarizzate) a carico dell’arrenger e del servicer – e non quindi in carico a Banca Generali – peraltro regolarmente rimborsate e con oggetto d’indagine dalla procura a posteriori rispetto al via libera iniziale – risulta dissonante con quanto comunicato nella semestrale. Lo scorso 27 luglio, infatti, la Banca ha comunicato, insieme ai risultati migliori della propria storia, una svalutazione prudenziale di 80 mln, frutto della stima prudenziale dall’impatto dell’acquisto dei titoli senior relativi a operazioni di cartolarizzazione di crediti dai propri clienti professionali. Quindi la banca ha deciso di assumersi un impegno concreto volto, in via prudenziale, a tutelare i propri clienti coinvolti in questi strumenti. Le complessità delle azioni di recupero e l’incertezza legata ai procedimenti giudiziali in essere, nonché il contesto legato alla pandemia, accentuano le pressioni sui sottostanti di questi crediti, ovvero le fatture di aziende che lavorano con la sanità pubblica, che sono diventate meno liquide per i ritardi nei pagamenti e tempi di recupero appaiono più incerti.

L’avvicendamento delle notizie con l’evocazione dall’Ft e la svalutazione della semestrale è quindi fuori luogo essendo come spiegato vicende diverse.

La banca non entra nel merito alle allusioni sulle persone e le relazioni coinvolte, ma precisa di avere sempre tenuto un dialogo aperto al confronto e trasparente con gli azionisti e col mercato. Allo stesso modo risulta aperto e costruttivo il confronto con la comunità imprenditoriale e con l’economia reale che viene sostenuta con diverse soluzioni di investimento.

I riferimenti quindi a “inadeguatezza delle procedure di Banca Generali” nei controlli, “disinvoltura con cui l’istituto di credito rimpacchettava attivi di dubbia provenienza” e “procedure scombiccherate” non corrispondono al vero poiché la banca essendo stato mero distributore di queste soluzioni, quindi placement agent, e non arrenger e servicer dei prodotti affidati a un asset manager, ha avviato tutti processi rafforzando sempre più i controlli delle controparti.

Per concludere, il riferimento ai presunti malumori del mercato, non corrispondono all’evidenza dei fatti. I report degli analisti seguiti alla semestrale hanno ribadito la fiducia nelle potenzialità di crescita della banca, il titolo negli ultimi giorni si è portato sui massimi storici risultando ai vertici di Piazza Affari per dividend yield, nell’ordine del 15% circa.

Grazie mille dell’attenzione. A disposizione per ulteriori chiarimenti

*Michele Seghizzi, responsabile Direzione Marketing e Relazioni Esterne di Banca Generali

print_icon