LA NUOVA REGIONE

Meno vincoli e burocrazia per "liberare" il Piemonte

Il governatore Cirio lancia la campagna di deregulation. Si parte con le norme urbanistiche, "più stringenti rispetto al resto del Paese", per passare al taglio drastico alla selva di leggi ormai superate che però bloccano le iniziative di cittadini e imprese

Vincoli meno stringenti in materia urbanistica. Li ha annunciati Alberto Cirio parlando a una platea di artigiani, in occasione della consegna di un documento di richieste da parte del presidente della Confartigianato regionale, Giorgio Felici. Ma questo è, pur molto importante e di impatto, solo un aspetto del cambiamento che la Regione Piemonte intende avviare con una sorta di deregulation, applicata in vari settori per favorire lo sviluppo e superare, per quanto possibile, pastoie burocratiche.

“In materia urbanistica, di riuso e di consumo del suolo, in Piemonte sono attualmente in vigore norme più restrittive di quelle nazionali. Noi intendiamo riallargare i vincoli, restando dentro i parametri dello Stato”, ha annunciato il presidente della Regione, spiegando che a questo obiettivo sta lavorando il vicepresidente Fabio Carosso, che ha creato un tavolo ad hoc ora in fase di conclusione, con lo scopo di fare una completa revisione della legge urbanistica. Tempi brevi quelli previsti dal governatore: “questione di settimane. Con questa operazione puntiamo a riportare il Piemonte agli standard nazionali”.

La rivisitazione in senso meno restrittivo delle norme urbanistiche è solo uno dei punti della road map su cui sta incominciando a procedere l’amministrazione regionale a poco meno di cinque mesi dalle elezioni che hanno portato il centrodestra al governo del Piemonte. Una trentina di vecchie leggi ormai inutili “saranno cancellate entro la settimana”, ma “ne abbiamo mille”, ha osservato il governatore “e l'obiettivo è di arrivare a ridurle di un terzo. Poi in modo plastico – annuncia – andrò al macero con queste leggi e butterò via”, replicando in qualche modo la vecchia immagine dell’allora ministro leghista Roberto Calderoli e il rogo delle leggi inutili.

“Ci sono norme che non vengono finanziate da 30 o 40 anni, e nessuno si ricorda che esistono. Non hanno alcun senso, se non quello di vietare qualcosa a sorpresa quando salta fuori un funzionario particolarmente ferrato nei cavilli che di fronte a una pratica dice: quella cosa non la puoi fare, lo dice una legge di 35 anni fa”, ha osservato il presidente. Il quale ha annunciato anche un nuovo tipo di approccio al percorso decisionale, rispolverando dal vocabolario politico-sindacale il termine concertazione.

“È un metodo di lavoro che deve differenziarci dal passato: importante che le decisioni della Regione siano prese insieme a chi poi deve sottostare ad esse. Dobbiamo lavorare insieme, come amici che hanno un obiettivo comune che si chiama Piemonte”.

Rivolgendosi agli artigiani, Cirio ha spiegato che “buona parte di ciò che ci chiedete nel documento lo stiamo già facendo. Su altre cose stiamo lavorando, dedicandoci molta energia”. Dicendosi d’accordo sul cambiamento di metodo auspicato dalle associazioni di categoria, il governatore ha addirittura proposto di codificarlo. “Incontriamoci con cadenza quadrimestrale per fare il punto della situazione, cominciando a gennaio con un focus sull'edilizia", ha detto, aggiungendo che intende “essere presente di persona”, perché “questi incontri serviranno per dare le linee programmatiche e si aggiungeranno alle interlocuzioni più fitte e già in corso con i vostri uffici”.

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