EMERGENZA SANITARIA

Rsa "riservate" ai positivi Covid

La maggior parte delle case di riposo ha difficoltà a isolare al proprio interno i contagiati. Da qui la proposta di destinare intere strutture ad accogliere gli ospiti che hanno contratto il virus ma non necessitano del ricovero ospedaliero

Lo screening a tappeto imposto dalla Regione Piemonte nelle Rsa sta dando i suoi risultati. Ora, però, individuati i casi positivi, bisogna evitare che questi trasformino ogni struttura in un focolaio come accaduto durante la prima ondata di Covid. Nell’ultima settimana i contagi sono passati da 660 a più di 1.500, di questi 1018 si registrano tra gli ospiti e 484 nel personale. Una situazione ad alto rischio soprattutto perché tra i gestori c’è chi continua a ripetere che non è in grado di isolare i positivi asintomatici, col rischio che il virus si diffonda velocemente con i tragici esiti a cui abbiamo già assistito in primavera.

“L’unica soluzione è adottare per le residenze lo stesso metodo degli ospedali – afferma Franco Lo Grasso della Uil –. Separare i contagiati e trasferirli in apposite strutture”. Le Covid Rsa. Ci sono delle residenze vuote (poche) che potrebbero ospitare i malati e assisterli con l'ausilio di personale specializzato, altre potrebbero essere svuotate, trasferendo i pazienti non contagiati in altre strutture. La proposta è stata avanzata durante la riunione on line dell’Osservatorio istituito in Regione alla quale, tuttavia, non erano presenti né l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, né la collega con delega al Welfare Chiara Caucino, con il solo direttore generale di corso Regina Margherita Fabio Aimar a dirigere i lavori.

La sensazione è che sia la Regione sia molti gestori si ritrovino oggi a rincorrere l’epidemia così come accadde già a febbraio e marzo scorsi. Basti pensare che su 828 strutture presenti in Piemonte solo 522 trasmettono i propri dati al Dirmei e se neanche si è in grado di tracciare la situazione attraverso l’aggiornamento dei posti letto disponibili e dei contagiati, com’è possibile mettere in atto le contromisure?

Secondo i dati in possesso del Dipartimento interaziendale per le malattie e le emergenze infettive, degli oltre mille ospiti positivi, 818 sono asintomatici, 85 hanno sintomi lievi e sono gestiti in struttura, mentre 115 sono stati inviati in ospedale perché necessitavano di cure. Anche tra i gestori non manca qualche frizione: se da una parte Michele Assandri di Anaste ha ribadito l’impossibilità di isolare i positivi all’interno delle proprie residenze, Paolo Spolaore di Confindustria Sanità nega questo problema, pur sottolineando la penuria di infermieri e operatori socio sanitari.

Una cosa è certa, “la nuova ondata di pandemia mette ancora una volta in luce che i malati delle Rsa hanno bisogno di protezione sanitaria più elevata di quelle fornita oggi dalle strutture, perché sono i soggetti più esposti a conseguenze letali del virus” afferma Maria Grazia Breda, presidente della Fondazione promozione sociale. E forse in questo momento l’unico modo per farlo è “trasferire i positivi in apposite strutture”.

print_icon