Liberazione (negata) della Brigata Ebraica

Nel giorno che commemora la liberazione del Paese dall’occupazione nazifascista, consegnando alle tenebre della storia oltre venti anni di dittatura, Istituto Liberale Piemonte si unisce al Gruppo Sionistico Piemontese nel ricordare il ruolo attivo svolto dalla Brigata Ebraica nella liberazione del Paese e nell’emancipazione degli italiani ebrei (e non ebrei) dall’oppressione nazifascista.

Nata nel settembre del 1944 come unità militare dell’Esercito Britannico composta da volontari ebrei, la Brigata Ebraica ebbe una parte fondamentale nella lotta contro le forze dell’Asse. Partecipò infatti alla Campagna d’Italia, combattendo contro le truppe occupanti e contribuendo così all’avanzata dei liberatori nella regione italiana. Oltre agli sforzi militari, la Brigata Ebraica svolse anche un ruolo umanitario, fornendo assistenza alle popolazioni ebraiche sopravvissute ai campi di sterminio nazisti, e a tutta la cittadinanza stremata dalla guerra.

L’inasprimento del conflitto in Medio Oriente, fin dal giorno successivo al 7 ottobre, ha generato un’ondata di antisemitismo che ha colpito tutto il vecchio continente, gettando sull’Italia e sull’Europa delle ombre inquietanti di un passato che credevamo sepolto nel 1945. Notiamo con dispiacere che oggi ad essere messa sotto accusa è l’intera comunità ebraica, investita da un odio ipocritamente mascherato da “antisionismo”. Gli alleati ideologici di Hamas ed Hezbollah, degli Houthi e degli Ayatollah, non risparmiano nemmeno la Brigata Ebraica, a quanto pare non gradita da chi oggi grida “fuori i sionisti dal corteo”. Eppure, la Brigata Ebraica è onorata della medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza, il più alto riconoscimento per il ruolo storico svolto nella lotta al Nazifascismo.

Al contrario, coloro che oggi inquinano le piazze al grido “From the river to the sea, Palestine will be free” e che pretenderebbero di vietare la presenza della Brigata Ebraica nei cortei del 25 aprile, sono macchiati della stessa cultura politica di chi, 80 anni fa, appoggiò le mire espansionistiche di Hitler e Mussolini. Muḥammad Amīn al-Ḥusaynī, Gran Mufti di Gerusalemme tra il 1921 e il 1937, fu sostenitore, collaboratore e alleato della Germania Nazista e dell’Italia Fascista, in chiave antigiudaica, antibritannica e antibolscevica. Fortemente antisemita e, pertanto, contrario a una presenza ebraica in Medio Oriente, al-Ḥusaynī contribuì, tra le altre cose, al reclutamento di musulmani nelle SS e nell’Esercito Regio italiano.

La disconoscenza circa le colpe del mondo arabo nel secondo conflitto mondiale, l’appoggio di una grande parte di Islam al disegno di sterminio di Adolf Hitler, è ciò che permette a certe minoranze oltranziste di azzardare paragoni improbabili tra l’attuale Israele e quello che fu la Germania degli anni ‘30 e ‘40. Ma chi conosce la storia non teme di collocare il fondamentalismo islamico nella dimensione ideologica a esso più idonea: un rigurgito di violenza, oscurantismo e autoritarismo.

Pertanto, Istituto Liberale e il Gruppo Sionistico Piemontese onorano la Brigata Ebraica e ne celebrano, una volta di più, il ruolo svolto nel rendere l’Italia, e l’Europa, un’isola di democrazia e diritti umani.

Buon 25 aprile.

* Francesco Adile, Istituto Liberale, Emanuel Segre Amar, Gruppo Sionistico Piemontese

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