DUELLO

Cota sferza Chiamparino: "Tanto culo e pochi fatti"

L'ex governatore leghista respinge l'immagine a tinte fosche della sua giunta disegnata dal successore. "Si è ritrovato una macchina rimessa in carreggiata con delle riforme importanti già impostate. Con lui la Regione è immobile"

“Abbiamo preso una barca con il timone spezzato e le abbiamo restituito una rotta. Ora non possiamo accettare che una Regione tornata ad essere utile e credibile grazie a noi sia riportata nel fango da cui l’abbiamo risollevata”. L’immagine usata da Sergio Chiamparino, ieri all’apertura ufficiale della campagna elettorale, per giustificare la corsa per un secondo mandato all’origine escluso, è per il suo predecessore una “provocazione inaccettabile”. Tirato in ballo per nome e cognome al Cortile del Maglio davanti al segretario Pd Nicola Zingaretti, Roberto Cota respinge il quadro a tinte fosche disegnato dal presidente uscente.

“Ha evocato lo spauracchio di un passato cupo, di una legislatura precedente travolta da spese pazze e firme false, finita con i conti in rosso e la sanità commissariata”, scrive in una nota l’ex governatore leghista. Ormai fuori dall’agone politico, Cota tiene a ristabilire la verità delle cose, almeno dal suo punto di vista: “Chiamparino, una volta insediato – ricostruisce – si è ritrovato una macchina della Regione rimessa in carreggiata con delle riforme importanti già impostate. Basti pensare che proprio con riferimento alla sanità, in poco tempo, si era riusciti nella legislatura precedente a portare il Piemonte al terzo posto nella graduatoria delle regioni virtuose quanto ai costi standard (quindi sia per qualità che per efficienza). Nei cinque anni di governo Chiamparino la Regione è stata assolutamente immobile. Sempre restando in ambito sanitario, i grandi progetti sono rimasti fermi e le liste di attesa sono aumentate”.

Insomma, gran parte del merito dei risultati che il centrosinistra oggi può accampare sono di chi in condizioni difficili – con un ente tecnicamente fallito, come ebbe a dire l’assessore alla Sanità di allora, Paolo Monferino – ha posto le condizioni per il risanamento. Anche sul piano della moralità, a detta di Cota, Chiamparino e i suoi non hanno le carte in regola: “Ha vinto le passate elezioni regionali con un’operazione mediatico/giudiziaria mai vista. Poi, dopo pochi mesi, si è scoperto che le sue liste presentavano irregolarità nella raccolta delle firme, ma nessuno ha annullato le elezioni. Quanto alla cosiddetta Rimborsopoli, sarebbe interessante analizzare nel dettaglio le spese di alcuni esponenti della sinistra… Tenendo conto della sostanza delle cose, questi sono argomenti che, a mio avviso, davvero non è elegante utilizzare”.

Se è evidente il tentativo da parte di Chiamparino di allungare le ombre del “passato cupo” rappresentato dal governo di centrodestra, su Alberto Cirio, lo sfidante di oggi che in quella giunta sedeva in veste di assessore a Istruzione, Turismo e Sport, Cota esorta il suo successore a mettere “in luce concretamente il lavoro svolto, lasciando perdere gli altri e soprattutto il sottoscritto. Evitando provocazioni inaccettabili”. Perché, conclude, il fattore C, che pure ha sempre accompagnato la vita politica di Chiamparino prima o poi si esaurisce e, comunque, “non basta per governare una Regione”.

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