REGIONE PIEMONTE

Una Giunta in alto mare

Per festeggiare i primi cento giorni Cirio porta la sua squadra in gita premio a Genova. Ma per l'opposizione il bilancio è piuttosto deludente: "Solo propaganda e annunci" attacca il capogruppo Pd Ravetti. E il governatore si liberi dal giogo della Lega

Cento giorni di questi giorni. Non propriamente memorabili. La giunta regionale di Alberto Cirio festeggia il suo primo traguardo concedendosi una gita premio al mare della Liguria, ospite di Giovanni Toti. Un “vertice bilaterale”, secondo la versione di piazza Castello, nel quale stringere una collaborazione sui temi di interesse comune (dalle infrastrutture alla logistica, dal turismo alla sanità). Nulla di più che un’operazione d’immagine, attaccano le opposizioni, utile a mascherare il nulla amministrativo di questi primi mesi di governo. Una giunta balneare, in perenne campagna elettorale, guidata da un presidente che ancora fatica a ritagliarsi una propria e autonoma leadership.

“Cirio è politicamente ostaggio della Lega. La domanda che attende risposta è: sarà il grado di dimostrare che è al servizio del piemontesi? Per ora è al servizio della Lega”.

Le piace vincere facile, Ravetti. Però le elezioni le ha vinte il centrodestra e voi del Pd siete all’opposizione.
“Infatti. È il caso che qualcuno dica al presidente della Regione e alla Lega che la campagna elettorale è finita e le elezioni le hanno vinte cento giorni fa”.

Domenico “Mimmo” Ravetti è passato dalla maggioranza all’opposizione rimanendo sulla stessa poltrona, quella di capogruppo del Partito Democratico, ruolo che assunse nell’ultimo scorcio della passata legislatura dopo le dimissioni di Davide Gariglio, eletto in parlamento. Nessuno si attenderebbe da lui e da chiunque altro stia sul fronte opposto a quello di chi da tre mesi governa il Piemonte un giudizio positivo sulla squadra dell’ex europarlamentare azzurro. Semmai, è il tentativo di mettere un cuneo tra l’amministratore delegato e l’azionista di maggioranza del governo regionale evidenziando l’immagine di sudditanza del primo (impresa, peraltro, nient’affatto ardua) rispetto al secondo, quel che vien fuori da chi è stato riconfermato alla guida dei consiglieri dem. L’occasione del classico giudizio dei primi cento giorni cade nel pieno della bagarre che si annuncia a Palazzo Lascaris da martedì quando incomincerà l’iter a tappe forzate e sedute pure in notturna per arrivare in tempo, come vuole la Lega, all’approvazione della richiesta del referendum per abrogare la legge elettorale. Il Pd, preparando emendamenti e attrezzandosi all’ostruzionismo, ha promesso una guerriglia istituzionale.

Allora Ravetti, mentre prova l’elmetto e allaccia gli scarponi, dica com’è fare l’opposizione a questa maggioranza.
Opposizione…  Ci si oppone a delle proposte, loro non hanno ancora depositato in aula niente, diventa difficile opporsi al niente”.

Quindi se le si chiede un giudizio su questi primi cento giorni?
Solo propaganda. Di cosa vogliamo parlare? Dell’uso della facciata della Regione come bacheca della Lega?”.

Si riferisce allo striscione con su scritto “Verità per Bibbiano” appeso dall’assessore leghista Fabrizio Ricca?
“Certo. Se non è propaganda quella. E poi il tema dell’autonomia”.

Lì vi siete scontrati mica poco sulla commissione: voi la proponevate speciale, la Lega si è opposta perché non avrebbe avuto la presidenza e ha deciso di costituirne una permanente.
“Con il risultato che se il tema si fosse discusso in prima commissione, la discussione si sarebbe forse già conclusa. Anche in questo caso l’atteggiamento della Lega è imbarazzante da un punto di vista istituzionale. Un argomento di sicuro interesse e importanza che diventa, su diktat del capo nazionale di quel partito, uno strumento del gruppo della Lega per tenerci una settimana a discutere su una legge nazionale, di competenza nazionale. Tutto questo è a di poco imbarazzante”.

E adesso vi preparate alla guerriglia istituzionale, sarà dura non crede?
“Si ma noi siamo pronti perché anche qui non è possibile accettare che i lavori siano condizionati dall’eterodirezione del capo della Lega. Io sono per il maggioritario, sia pure calmierato, il tema è serio e importante, ma non ci fanno discutere sul merito. Tutto questo stravolgimento dei lavori è solo per ostentare di nuovo una bandiera che gli ha messo in mano il capo nazionale della Lega”.

Però Silvio Berlusconi ha già detto che a lui il referendum non piace.
“Esatto. Voglio vedere la prossima settimana come si comporterà in aula Forza Italia rispetto al referendum. L’autonomia di un partito e di un gruppo la si vede anche nelle battaglie in aula dove mi aspetto coraggio da parte di quella forza politica, anche per dare dei segnali alla Lega, per dimostrare che loro sono molto più interessati al destino del Piemonte che non a quello di Salvini”.

Parliamo di uno dei temi più complessi, e lei ne sa qualcosa essendo stato in passato presidente della quarta commissione, la Sanità. Voi da subito avete lanciato l’allarme per un rischio di un massiccio ingresso dei privati, nel frattempo sulle due Città della Salute ci sono stati intoppi, che idea s’è fatto della gestione di questa materia da parte della nuova giunta?
“Dico subito che negli ultimi tempi ho visto un cambio di atteggiamento da parte dell’assessore, meno comunicati, meno annunci e qualche riflessione in più. Venendo al punto: se ci chiede di sederci attorno a un tavolo per affrontare i problemi e dare una mano a trovare le soluzioni ai problemi della sanità, noi ci siamo a partire dalla commissione, passando per i territori con un nuovo piano sociosanitario da condividere con tutti i soggetti, incominciando dagli enti locali e gli operatori del settore. Se la discussione si sposta lì ci siamo, se invece si vuole fare scontro politico ci trovano”.

Questi cento giorni sul fronte dell’economia e dello sviluppo?
“Cento giorni di cluster olistici tridimensionali”.

La citazione farà felice il suo legittimo titolare, l’assessore Alberto Tronzano. Più nel dettaglio che cosa vi aspettate?
“Noi siamo a disposizione per cercare di offrire il nostro punto di vista rispetto allo sviluppo economico. Può essere anche una piattaforma green di elaborazione e programmazione, le connessione con l’Europa il Piemonte le deve costruire cercando di definire un suo profilo. Se però l’atteggiamento rispetto all’innovazione tecnologica, alle produzioni e all’ecocompatibilità è quello dell’assessore Matteo Marnati devo dire che qualche dubbio, a dir poco, ce l’abbiamo”.

Adesso con il nuovo Governo cosa cambierà nel rapporto con il centrodestra che governa il Piemonte?
“Mi auguro di non trovarmi di fronte a una maggioranza e una giunta che a fronte di loro incapacità spostino attenzione e responsabilità sul Governo nazionale, che non deve diventare un alibi”.

Ritiene questa giunta debole?
“Aldilà dell’appartenenza politica dico che ci sono assessori oggettivamente all’altezza, non faccio nomi tantomeno classifiche, però è altrettanto evidente come in questi cento giorni siano emersi elementi inadeguati. Credo che lo abbia capito anche Cirio. Lui li deve difendere, ma questa situazione è palese”.

Dopodomani incomincia il tour de force e molto di quel che succederà in aula dipenderà dalla gestione da parte del presidente del consiglio, Stefano Allasia, ex parlamentare della Lega. Lui avrà l’ultima parola sull’ammissibilità o meno di quegli emendamenti che voi preparate come cartucce per la guerriglia istituzionale.
“Le prime settimane era, diciamo, quasi normale riconoscere nelle sue dichiarazioni i tratti del leghismo. Adesso per Allasia c’è il banco di prova: l’ammissibilità degli emendamenti e la gestione dell’aula ci diranno se saremo di fronte a un presidente del Consiglio di tutti o del Consiglio di Pontida”.

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