ECONOMIA DOMESTICA

La "vergogna" Embraco in piazza

La disperazione dei lavoratori: 406 famiglie sulla strada. Il progetto Italcomp è in stallo e ora si attende l'intervento urgente del nuovo governo. "Oggi è l'ultima chance, molti di noi vanno alla Caritas per poter mangiare". Appello a Regione e Comune

“Lavoro in questa fabbrica da 33 anni, ma ora sono davvero stanco, non crediamo più a nessuno, questa è la fine”. È lo sfogo di Franco Tesauro, operaio dello stabilimento ex Embraco di Riva di Chieri, che stamattina, assieme a oltre duecento persone, si è ritrovato in piazza Castello, a Torino, per far sentire la propria voce. Sembra essersi arenato il piano industriale pubblico-privato da 50 milioni di euro per rilanciare il sito produttivo, che prevede l’assemblamento annuale di 6 milioni di compressori per refrigerazione all’Acc di Mel, in provincia di Belluno, e la produzione di altrettanti motori nello stabilimento ex Embraco di Riva presso Chieri.

La crisi di governo non ha fatto che peggiorare la situazione. “Oggi è l'ultima chance”, spiega Tesauro. “Molti di noi vanno alla Caritas a prendere i pacchi di cibo, a 55 anni non troverò un nuovo lavoro, ho un mutuo da pagare, tra poco mi portano via tutto, con 600 euro di cassa integrazione non riesco ad andare avanti”. Poco distante, Gianni Antonazzo, 49 anni, e Tiziana Lapergola, 45 anni, urlano “Lavoro, lavoro” dietro a uno striscione. Sono marito e moglie, entrambi operai dello stabilimento, dove lavorano da ventiquattro anni. “Abbiamo due figlie di 11 e 16 anni – dicono – e a quasi cinquant’anni ci ritroviamo senza lavoro. Ora con il nuovo governo non sappiamo neppure con chi parlare, la sottosegretaria Alessandra Todde si era impegnata per risolvere la situazione, ma non risponde più e il tempo sta finendo. L’Italia non è una Repubblica fondata sul lavoro, questa è una bugia che dovrebbero cancellare dalla Costituzione”.

In prefettura sono stati ricevuti i delegati dei sindacati e gli amministratori del territorio, fra cui il sindaco di Riva di Chieri, Lodovico Gillio. “Speriamo di non dovere ricominciare daccapo, il progetto che era stato presentato qui in prefettura sembrava credibile. Certamente da primo cittadino sono preoccupato per le famiglie del nostro territorio”.

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