LAVORO & SICUREZZA

Ancora morti sul lavoro

Due operai perdono la vita dopo essersi introdotti nella cisterna di un'azienda vinicola del Cuneese. Inutili i tentativi dei soccorritori di rianimarli. Cgil: "Una strage infinita"

Due operai sono morti dopo essere caduti dentro una cisterna, profonda alcuni metri, nell’azienda vinicola Fratelli Martini di Cossano Belbo, nel Cuneese: sono Gianni Messa, 58enne di Pocapaglia (Cuneo) e Gerardo Lovisi, 45enne di Nizza Monferrato (Asti). L’incidente sul lavoro nel pomeriggio. I due addetti sono stati estratti incoscienti dai soccorritori, che hanno tentato di rianimarli per venti minuti, ma invano. Oltre all’elisoccorso sono intervenuti i vigili del fuoco di Alba e Santo Sefano Belbo, insieme ai carabinieri.

Da tempo dipendenti dell'azienda, nota in tutto il mondo, i due erano impegnati nella bonifica di una cisterna utilizzando azoto gassoso. Per cause in corso di accertamento, sembra per recuperare un attrezzo caduto, i due si sono introdotti uno dopo l’altro nella cisterna e sono svenuti. Estratti dai vigili del fuoco, i tentativi di rianimarli da parte dei sanitari sono stati inutili. Nell’azienda sono arrivati anche i carabinieri della Compagnia di Alba e gli ispettori dello Spresal dell’Asl.

“È ancora morte sul lavoro, ancora una volta in provincia di Cuneo. Un’altra notizia tragica, una strage che non si arresta e cresce, nonostante gli appelli, le buone intenzioni, le manifestazioni e le proteste” è il commento della Cgil provinciale con la Flai, la sigla del sindacato che si occupa di lavoratori agricoli. “Non parliamo più di incidenti sul lavoro, perché questa è una strage consapevole che ha dei responsabili – aggiunge il sindacato –. Siamo sconvolti, colpiti di nuovo nella nostra realtà, a pochi giorni dal presidio unitario dedicato alla sicurezza sul lavoro. Oggi ci stringiamo intorno ai familiari e ai colleghi delle vittime, è il momento del lutto, della rabbia. Domani ritorneremo ancora, e ancora fino a che sarà necessario, a chiedere che la vita delle persone valga sempre, che il lavoro ritrovi il significato di sostegno, di appoggio, e non di pericolo e di morte”.

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