ECONOMIA DOMESTICA

Auto, servono più soldi per la transizione

Il viceministro Pichetto mette in guardia: il fondo da 8,7 miliardi fino al 2030 "non è complessivamente sufficiente". L'automotive in Italia occupa più di 1,2 milioni di persone. Nasce l'alleanza delle venti regioni europee con un forte settore automobilistico

Il fondo da 8,7 miliardi fino al 2030, pari a circa un miliardo l’anno, stanziato a sostegno delle imprese e della domanda del settore automotive, “non è complessivamente sufficiente”. Lo ha detto il viceministro allo Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo in video collegamento all’evento “Trasformazione e sostenibilità: le sfide e le opportunità per la filiera automotive”, organizzato dalla Divisione Imi Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo.

Secondo il viceministro, con la transizione all’elettrico “circa 400 imprese dovranno cambiare mestiere” e per sostenerle sarà necessario mettere in campo un “puzzle” di misure che preveda “cassa integrazione per transizione, formazione, alta specializzazione e investimenti in tecnologia”. Pichetto ha poi ricordato che il settore automotive in Italia “occupa direttamente 270-280mila persone con 50 miliardi di euro di fatturato diretto, ma complessivamente occupa più di 1,2 milioni di persone con un fatturato complessivo di 350 miliardi. Il 20% del Pil del nostro paese è legato al settore automotive”.

Il Consiglio dei ministri Ue dell’Ambiente ha annunciato nella notte fra martedì e mercoledì di aver raggiunto l’intesa sul pacchetto di misure green ’Fit for 55’ per il clima che prevede tra l’altro la riduzione del 100% delle emissioni di Co2 entro il 2035 per auto e furgoni nuovi, quindi lo stop alla vendita di vetture a benzina e diesel entro quella data.

Resta sullo sfondo la proposta della Germania, che in precedenza aveva chiesto un emendamento alla direttiva per mettere fine alla vendita di veicoli a benzina e diesel in Europa, chiedendo però che dal 2035 vengano immatricolati soltanto veicoli «che utilizzano combustibili climaticamente neutri». Secondo il governo tedesco questa strada è ancora percorribile: la Commissione europea starebbe infatti lavorando a una proposta per includere le auto alimentate a combustibili ecologici dopo il 2035.

E per gestire al meglio questa fase di transizione che si porterà dietro tante opportunità quanti rischi venti regioni europee con un forte settore automobilistico hanno costituito l’Automotive regions alliance, lanciata oggi durante la plenaria del Comitato europeo delle Regioni alla presenza del commissario Ue al Lavoro Nicolas Schmit. L’alleanza s’impegna per il successo della transizione verde dell’industria automobilistica e della sua filiera, e mira a inserire la prospettiva regionale nella decarbonizzazione garantendo posti di lavoro e competitività. Tra le richieste dei suoi membri, un meccanismo di sostegno con un bilancio dedicato, la realizzazione di valutazioni d’impatto territoriale, fondi per la riqualificazione, della forza lavoro e linee guida più flessibili in materia di aiuti di Stato. “Serve gradualità, perché la tutela dell’ambiente è fondamentale, ma lo è altrettanto quella di tutti i posti di lavoro che in Italia e in Europa ruotano attorno al settore”, ha dichiarato il presidente del PiemonteAlberto Cirio.

 

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