Il peggio di Abonante

Sarebbe facile suggerire a Giorgio Abonante, sindaco piddino di Alessandria, un consulente per il linguaggio, avendo la certezza che, mutatis mutandis, l’armocromista verbale gli consiglierebbe un linguaggio meno colorito.

Sarebbe facile, ma non serio. Perché, invece, terribilmente seria è la questione che l’eloquio senza freni del primo cittadino – primo, non sovrano assoluto sulle idee altrui, in primis quelli dell’opposizione qualunque essa sia – solleva. Il suo intervento, sgarbato e sguaiato ancor più proprio per il ruolo che ricopre, nel dibattito sul futuro ospedale (ma il tema poteva essere qualsiasi) propone più di una riflessione. Al pur veemente intervento accusatorio del capogruppo della Lega Mattia Roggero, il sindaco è intervenuto dal suo scranno trasformandolo in uno spalto di esagitato ultrà, prima esibendo profondità di pensiero nell’articolare il suo ragionamento: “Continui a ripetere le stesse stronzate”, poi di fronte al riaccomodarsi del capogruppo della minoranza ha chiosato: “Bravo, siediti, così ci liberi delle tue stronzate”.

Ora, nessuno auspica, tantomeno pretende dal sindaco di una città che non perde occasione di appuntarsi la medaglia d’aver dato i natali a Umberto Eco, un linguaggio d’accademico della Crusca. Epperò, neppure da bar dello Sport dopo cinque o sei birrette.

Non dubitiamo che Abonante, politico di esperienza, affronti anche i dibattiti più duri senza farli precedere neppure da una birretta. Ma, forse, addirittura è peggio. Come non chiedersi la ragione di una reazione, deplorevole ma altrettanto interrogante appunto sulle sue origini, così fuori dalle righe a un attacco, duro, ma nei canoni del dibattito tra chi governa e chi esercita il ruolo di oppositore? 

Fin troppo facile sarebbe porre la domanda al sindaco e alla sua maggioranza come avrebbero reagito a parti invertite, ma non è questo il terreno su cui riportare la questione. La quale non può che aprirne un’altra, cruciale: sgombrare il dubbio, fortissimo, che il buttarla in caciara come ha fatto Abonante non nasconda la scarsità o l’assenza di argomenti concreti e credibili da opporre a quelli del suo contradditore.

Se ritiene che queste brevi note gli risultino sgradite, non le cambiamo di una virgola, ma ce ne scusiamo con il sindaco. Lui avrebbe fatto bene a scusarsi non tanto con il destinatario delle sue, diciamo, intemperanze, ma con i suoi cittadini cui è chiamato a rappresentare al meglio. Invece, ha dato il peggio.

Credits: foto di Radio Gold

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