Chi si occupa della Torino che arranca?

Fassino ha un bel dire che è la crisi e che la città, grazie alla sua amministrazione, ha retto bene. Non è vero un corno perché il Piemonte ha perso 100 mila posti di lavoro e oggi almeno 30 mila sono senza più alcun ammortizzatore sociale

Nel suo “Diario di scuola”, Daniel Pennac dà una lezione strategica a politici, giornalisti, professori, manager impegnati a valutare la realtà e le sue prospettive da uno zero virgola in più o in meno. Dice Pennac che “statisticamente tutto si spiega ma personalmente tutto si complica” e a proposito della burocrazia che assista o supporta gli uomini di Governo a i vali livelli ricorda: “Non possiamo farci niente dicono i funzionari del Ministero al Ministro”.
 
Questa lunga introduzione per sottolineare il dramma che stanno vivendo le migliaia di disoccupati e senza lavoro della nostra Regione e della probabile risposta data dai funzionari ai Governanti per affrontare il tema dei disoccupati che hanno esaurito il periodo di copertura degli ammortizzatori sociali. Insieme ad alcuni amici (Porchietto, Boccuzzi, Marrone, Ricca) abbiamo pranzato con alcuni disoccupati della Sartiz che ci hanno illustrato la loro vita grama con tre figli e 800 euro al mese di Cig con in più la prospettiva che tra qualche giorno neanche più quegli 800 euro.
 
Fassino ha un bel dire che è la crisi e che Torino, grazie alla sua amministrazione, ha retto bene. Non è vero un corno perché nella crisi il Piemonte ha perso 100 mila posti di lavoro e oggi almeno 30 mila sono senza più alcun ammortizzatore sociale. Quando al ristorante Pollastrini hanno portato il piatto di pasta Maurizio ha detto: “Questa la porto a casa ai miei tre figli”. Così altre migliaia e migliaia di disoccupati di Torino e provincia. E per questi la prospettiva si fa ancora più pesante perché con la recente normativa approvata in Parlamento dopo 18 mesi di rate non pagate la Banca vende direttamente l’immobile. Senza una lira con tre figli da mantenere se va bene troveranno i soldi per pagare la luce e il gas ma il mutuo?
 
Fassino legge le statistiche, noi che abbiamo parlato con quei poveretti sappiamo bene che personalmente tutto si complica. Ecco perché abbiamo scritto, il 29 gennaio scorso, a Chiamparino chiedendogli di organizzare un tavolo Regione-Parlamentari del territorio per portare la questione sociale disastrosa di Torino a Roma. Ma Fassino, ieri sera e senza contraddittorio, ha detto al Tg3 regionale che Torino ha retto bene alla crisi e che i dati della disoccupazione sono l’effetto della crisi. Siccome da mesi Piero sta raccontando a Renzi che la trasformazione urbana di Torino è un modello vincente (parole di Renzi all’Oreal) è evidente che sia Chiamparino che Damiano pensano di risolvere il tutto anticipando la pensione da 67 a 63 anni dimenticandosi di dire quanto costerebbe ai disoccupati ma dimenticandosi che la maggioranza dei disoccupati ha una età media di 50-55 anni: questi cosa fanno si suicidano? Ecco perché noi che abbiamo proposto il tavolo ma non siamo stati invitati dal Chiampa proponiamo misure concrete di moratoria delle bollette e delle rate dei mutui. È così difficile capire che dietro ogni disoccupato c'è una persona con la sua dignità, la sua famiglia etc. etc.?
 
Qui è chiaro che ha ragione Mons. Nosiglia: la metà della Città che sta bene che non si accorge della metà della Città che sta male. Una volta a rappresentare la metà della Città che sta male c’erano il Pci e la sinistra sociale della DC (Donat-Cattin). Oggi gli eredi, imborghesiti e garantiti, stanno nel Pd che dice che tutto va bene madama la marchesa. Un Pd che insieme a Napolitano nel 2011 pur di far fuori Berlusconi (parole di D’Alema) chiese all’Europa di gettarci addosso il secchiello dell’acqua gelida (le manovre economiche di Monti). Chi rappresenta la metà della Città che sta male, che in questi anni hanno esaurito ogni risorsa propria, di parenti e di amici e che dopo aver venduto l’oro oggi si trovano una economia nazionale che dopo tre anni di recessione ritorna a crescere di 0,6-0,7%? I cattolici che vanno a baciare la pantofola (quelli di Cl) a Mons. Nosiglia per non sbagliarsi stanno dalla parte di chi si è dimenticato delle periferie e della metà della Città che sta male (Fassino). Penso che Don Giussani, da Lassù, si sia molto urtato. Chi nel Centrodestra ha questa sensibilità è in minoranza e si scontra contro un muro di cinismo e di egoismo di chi pensa solo al proprio seggio. I grillini non solo non hanno esperienza di Governo che, lo ricordo, fa grado, ma soprattutto non hanno la cultura dello sviluppo, unico modo per creare nuovi posti di lavoro, necessaria al Paese ma soprattutto a Torino. Per chi crede, come chi scrive, c’è qualche speranza in più.
 
Spero quindi che Berlusconi, Salvini e la Meloni puntino su persone di grande qualità e di un po’ di fascino. Milano si è rilanciata grazie a Expo, voluta dal duo Moratti Berlusconi, ma Expo non è bastato per rilanciare il Paese. Se non si riprendono Torino e Genova è difficile che si riprenda il Paese. Lavoriamo per questo senza perderci d’animo.

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