Logica e giustizia di fronte alla tragedia

A seguito del tragico incidente della funivia Stresa-Mottarone in cui sono morti quattordici dei quindici passeggeri (un bambino è ricoverato in ospedale a Torino), si sta rappresentando, sui mezzi di informazione, il nuovo spettacolo: “l’Etica violata dai presunti colpevoli”. Anche la Magistratura si è mossa, come di consueto, aprendo un’indagine per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Nella notte tra il 25 ed il 26 maggio, dopo un serrato interrogatorio, la Procura della Repubblica di Verbania ha disposto l’arresto cautelare per tre persone: Luigi Nerini, proprietario della società Ferrovie Mottarone srl che gestisce l’impianto, Gabriele Tardini, direttore, ed Enrico Perocchio, capo operativo del servizio. Il Procuratore della Repubblica, dottoressa Olimpia Bossi, ha affermato: “Dobbiamo verificare la possibilità che sussista un reato di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell’impianto”.

Proprio sulla natura pubblica o privata dell’impianto, cioè su chi ne è il proprietario, al momento non si ha ancora una risposta chiara. Il comune di Stresa sostiene che l’impianto appartiene alla Regione Piemonte mentre la Regione Piemonte afferma che appartiene al Comune. La Regione sostiene di aver trasferito la proprietà dell’impianto al Comune nel 1997 e che l’atto non è ancora stato trascritto nei registri catastali soltanto per una questione di mancanza di documenti che il Comune avrebbe dovuto fornire. Il Comune afferma che la mancanza di trascrizione non è una questione meramente formale e che quindi l’impianto appartiene ancora di fatto alla Regione. Questa indeterminatezza sulla vera proprietà dell’impianto di Stresa ricorda l’impossibilità di determinare la “verità” descritta dal grande drammaturgo Luigi Pirandello nel “Così è se vi pare”. La differenza è che il relativismo conoscitivo o psicologico di Pirandello nasce dal contrasto tra vita e forma, qui si sta parlando di “verità burocratica catastale”!

In punta di logica (cioè lo studio del ragionamento e dell'argomentazione, rivolto, in particolare, a definire la correttezza dei procedimenti inferenziali del pensiero) ciò che più dovrebbe essere all’attenzione sono da un lato la verifica tecnico-scientifica sulle motivazioni che hanno generato o contribuito a generare l’incidente, dall’altro stabilire con certezza la proprietà della funivia. Solo dopo che sono terminate le perizie e gli accertamenti amministrativi, dando gli incarichi a soggetti di assoluta competenza, la procura della repubblica, con i “referti in mano”, potrà, attenendosi alla lettura, e non all’interpretazione, delle conclusioni tecnico-scientifiche sulla origine dell’incidente, decidere di avviare una indagine giudiziaria.

Un “incidente” di per sé non è innaturale, a causarlo può essere la combinazione composta da più fatti che, presi singolarmente, sarebbero del tutto ininfluenti. È indispensabile stabilire con una certezza “oltre ogni ragionevole dubbio” se a causare l’incidente sia stata una fatalità (fulmine, meteorite, terremoto…), un errore umano (dimenticanza, malore, ecc.) o una vera e propria volontà di delinquere e, in questo ultimo caso, appurarne le motivazioni. Se andando in scooter in via Cibrario a Torino, dove ci sono ancora molti tratti di rotaia di tram non più utilizzate da anni, e se a causa della rotaia scivolosa dovessi cadere e morire, mi piacerebbe sapere chi e perché ne sarebbe il responsabile: il Sindaco perché non ha provveduto a togliere la rotaia, l’Impresa che ha l’appalto della manutenzione delle strade cittadine o semplicemente il caso?

Nel “Dei delitti e delle pene” del giurista austro-ungarico Beccaria si legge: “Falsa idea di utilità è quella che sacrifica mille vantaggi reali per un inconveniente o immaginario o di troppa conseguenza, che toglierebbe agli uomini il fuoco perché incendia e l'acqua perché annega, che non ripara ai mali che col distruggere. Le leggi che proibiscono (…) si chiamano leggi non prevenitrici ma paurose dei delitti, che nascono dalla tumultuosa impressione di alcuni fatti particolari, non dalla ragionata meditazione degl'inconvenienti ed avantaggi di un decreto universale”.

print_icon