Su Demonte intervenga Draghi

Egregio Direttore,
da sempre siamo tra coloro che hanno sostenuto con motivazioni, documentazioni, denunce e appelli per la realizzazione della variante stradale Demonte-Aisone-Vinadio. La questione è ampiamente nota: 1) Diritto alla salute di chi abita e lavora nel centro storico di Demonte, esposti a respirare sostanze cancerogene e tossiche. 2) Sicurezza dei cittadini e degli edifici. 3) Percorso insostenibile per l’intenso traffico pesante che riguarda tutta la Valle Stura. 4) Collegamento fondamentale della S.S. 21 verso il Colle della Maddalena e la Francia meridionale. Se si considera che gli intensi traffici transalpini attraverso le Alpi Marittime devono affrontare i limiti invernali del Maddalena e il parziale utilizzo del Colle di Tenda, non si può non prevedere e realizzare per il futuro un nuovo tracciato tra la Valle Stura e l’area francese di Sisteron (già previsto dai notevoli studi fatti a suo tempo per il Mercantour).

Più volte abbiamo sollecitato i maggiori rappresentanti politici cuneesi a fare squadra e presentarsi uniti e convinti, nell’interesse del nostro territorio, presso i Ministeri competenti per reclamare la rimozione degli ostacoli sul progetto, avvertendoli che procedere isolatamente, ognuno per conto suo, in contrasto o a scavalco degli altri, è una tattica che non dà risultati, nemmeno come propaganda. In altre occasioni abbiamo disapprovato politici e amministratori, che contestando e dividendosi su progetti predisposti e approvati, ne hanno impedito lo sviluppo. Inseguire sempre nuovi progetti è l’invenzione tipica dei cuneesi per non realizzare niente. È avvenuto per l’autostrada Asti-Cuneo, per la diga di Stroppo in luogo di quella di Moiola, per l’autostrada Ceva-Garessio-Albenga in alternativa al traforo di Armo-Cantarana, per il nuovo tunnel di Tenda, per un nuovo collegamento fra Italia e Francia attraverso il Mercantour. E ancora le conseguenze negative dei cambiamenti di propositi per l’aeroporto di Levaldigi, per le vicende della bonifica dei siti inquinati dell’Acna di Cengio e della riconversione produttiva della Valle Bormida, per i progetti sul percorso Alba-Cortemilia e il collegamento con il porto di Vado.

Abbiamo provocato la venuta in valle Stura, per interessarli alla decennale questione sanitaria, trasportistica e logistica, la trasmissione televisiva “Striscia la Notizia” (Canale 5) e “Report” (Rai3). Per un po’ di giorni la questione ha sollevato ennesime dichiarazioni e scalpore, ma poi tutto è finito lì. Il problema è essenzialmente politico. Oggi, per l’attraversamento di Demonte siamo al veto perentorio sul progetto Anas da parte del Ministero della Cultura, Direzione generale archeologica, delle arti e paesaggio. Quando insorgono giudizi contrastanti con i Ministeri, dovrebbe intervenire da arbitro e decidere la Presidenze del Consiglio. Si facciano avanti, facendosi così apprezzare da tutti, coloro che prenderanno iniziative per intervenire direttamente sulla Presidenza del Consiglio. In fatto di infrastrutture non bastano le interrogazioni e ordini del giorno, lo dicono le esperienze passate. Ringraziamo per l’attenzione.

*Paolo Chiarenza, ex consigliere provinciale Cuneo e Ezio Barp, tecnico prevenzione e sicurezza ambientale e del lavoro

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