Eurovision non è la panacea

Eurovision ha impazzato e ormai credo sia conclusa. Non entro nel merito della qualità musicale perché non ne ho la competenza, rifletto sull’evento nella sua consistenza complessiva. Migliaia, pare, di persone da tutta Italia e dall’estero sono arrivate in città, media locali e nazionali (c’era di mezzo la Rai e in ballo milioni di euro!) “totalmente ammaliati” dalla nostra città, migliaia di persone che hanno pagato fior di quattrini per viaggi, biglietti, alberghi, ristoranti, bar, locali, performances di “artisti” in scorribande gagliarde, concerti “improvvisati” (mah) in piazze e location di strategica suggestione, ammassi osannanti di popolo ovunque, popolo poco disposto al sacrificio, all’attesa, al rifiuto di entrare nel sancta sanctorum dell’Eurovillage e dunque molto incazzato (sì perché siamo convinti che i media, opportunamente ammaestrati, non ci raccontino proprio tutto il “dietro le quinte” delle cose che non hanno funzionato, delle scazzature di una parte del popolo, delle proteste, dei fischi, dei malori degli ammassati, dei disagi, etc.). Comunque, va bene così, “è la stampa bellezza”.

Torino DEVE uscire da questo evento con un trionfo internazionale, Eurovision DEVE essere la nuova via per la rinascita della nostra città, Cirio e Lo Russo cavalcano la tigre e i “musicisti ggiovani” (di tutto rispetto) che da decenni gravitano intorno al “sistema” vedono la loro rivalsa, la cultura torinese è underground, senza se e senza ma! Il resto (ma forse la cultura è una roba ricca e complessa e va ben oltre la “musica underground”?) non conta nulla, Torino rinasce solo all’insegna degli eventi musicali che dovranno pervadere la nostra città, dettati e organizzati da “organizzatori di eventi” smagati, da “musicisti” ben noti, da imprenditori con i baffi che sanno bene come approcciare il Comune. Il Sindaco gode, approva e sostiene, i voti e il consenso sono assicurati, tutto va benone!

Sarebbe comunque “carino” se poi le vaste periferie fetide venissero risanate, la microcriminalità diffusa venisse governata, la violenza dilagante fosse eliminata, lo scempio notturno e fracassone alcolico/drogato venisse cancellato e sostituito da piacevoli e ricostituenti serate di divertimento aperto a tutti, vecchi e giovani, in un clima di civiltà e gradevole relax dove ognuno possa vivere nel rispetto di tutta la Comunità, donando al mondo un’immagine della Torino anche notturna civile, piacevole e accattivante.  Chiediamo troppo? Non credo proprio.

Grazie per l’attenzione

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