L'ultima speranza di cambiamento

Caro direttore,
malgrado la grande crisi dei partiti, come momento di aggregazione della società italiana, malgrado non eccezionali liste elettorali, Giorgia Meloni e il centrodestra vinceranno perché rappresentano l’unica speranza di cambiamento delle condizioni di lavoro e di vita della metà degli italiani che negli ultimi dieci anni, governati dalla sinistra, sono sensibilmente peggiorate.

Nelle città il bisogno di sicurezza è cresciuto come mai prima, soprattutto nei quartieri periferici, anche se il degrado la fa da padrone sotto i portici della nostra bellissima Torino. Il lavoro si è impoverito, il calo del pil pro-capite che ha portato Torino sotto la media nazionale ha impoverito il ceto medio del commercio, dei bar e dei ristoranti cui i lockdown e lo smart working hanno dato il colpo di grazia finale. Il declino della Fiat, non denunciato per non disturbare il padrone, e le scelte europee sul futuro dell’auto hanno inciso sulle vendite di auto e sul lavoro dell’indotto. Per fortuna grazie alla nostra protesta e alla mozione Molinari il “fondone auto” di Giorgetti, 8,7 miliardi, non bruscolini, che con i suoi incentivi sta dando una mano all’aumento delle vendite, come avete rilevato sullo Spiffero.

Un segno di questa campagna elettorale la decisione di Matteo Salvini di andare ai cancelli della Fiat perché per i moderati e il centrodestra il lavoro è il bene primario della persona mentre la sinistra gauche caviar, pensa solo ai diritti e alla cultura. La Lega si è distinta più di tutti nella difesa del settore auto e indotto. Il Pd ha invece di parlare di lavoro e di investimenti, dalla Tav al Terzo Valico, parla solo di diritti, mentre metà della città fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Sono convinto e farò tutto il possibile perché la Montaruli vinca nella Torino povera e insicura di cui parlano ogni domenica nella Santa Messa della Madonna della Pace, il parroco e il suo vice. Nella Torino delle sezioni di partito chiuse o asfittiche le parrocchie sono oggi il momento più vero e stimolante.

Con la garanzia europea di Berlusconi, il centrodestra è l’unica speranza del riscatto della metà della città che sta male anche perché, lo ripeto alla intellighenzia che vota a sinistra e non lo ha ancora capito, solo con la domanda di consumi della metà della città che sta bene l’economia di Torino non si riprende. Pensare che la città che non ce la fa possa tirare avanti solo grazie al grande impegno della Caritas, del Sermig e del volontariato, vuol dire che non si ha la sensazione dell’impoverimento della gente.

Occorre intervenire ieri sulle bollette coinvolgendo subito la Meloni e Crosetto. Occorre rilanciare Torino e il Paese, con gli investimenti del Pnrr e accelerando i lavori della Tav, della linea 2 della metro, occorre difendere il settore auto. A Torino non bastano gli investimenti nella Juve. Leggere sul Sole 24 ore del Piano Hi tech di Genova che darà lavoro a 25.000 laureati, tecnici e ricercatori mi auguro spinga chi governa Torino che lavorare in sintonia con Genova, Milano e Lione (la Tav Valley) è l’unica prospettiva di rilancio serio e concreto.

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