PALAZZO LASCARIS

Un'autonomia "copia e incolla"

L'attacco del Pd dopo l'implementazione delle materie per cui la Regione richiederà il trasferimento delle competenze dallo Stato. Ravetti: "Vogliono piantare una bandierina ideologica". Domani parte l'iter per la commissione ad hoc

“Un copia e incolla dalle altre regioni”. Un potpourri di competenze e deleghe su cui chiedere l’autonomia differenziata dove viene buttato nel calderone tutto (o quasi) ciò che Lombardia, Veneto ed Emilia hanno inserito a suo tempo nel proprio elenco, senza troppo tener conto delle specificità piemontesi. Sono queste le accuse mosse dall’opposizione alla bozza presentata in mattinata da Alberto Cirio durante la I Commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti.

All’elenco di otto competenze formulato a suo tempo dalla maggioranza di centrosinistra ed elaborato dall’allora vicepresidente Aldo Reschigna - governo del territorio e beni paesaggistici e culturali; protezione civile e infrastrutture; tutela del lavoro, istruzione tecnica e professionale, istruzione e formazione professionale e istruzione universitaria; politiche sanitarie; coordinamento della finanza pubblica; ambiente; previdenza complementare e integrativa finalizzata alla non autosufficienza; rapporti internazionali e con l’Unione europea - il centrodestra aggiunge il commercio estero, la ricerca scientifica, tecnologica e il sostegno all’innovazione, l’organizzazione dei giudici di pace, la protezione della fauna e poi ancora caccia, sport, comunicazione, Casse di Risparmio rurali e credito regionale, energia, sicurezza alimentare, sviluppo e promozione delle aree montane. Chi più ne ha più ne metta in questa surreale corsa a chi è più autonomista. E così ha buon gioco il capogruppo dem Domenico Ravetti ad accusare la Lega e i compagni di maggioranza di “voler piantare una bandierina ideologica”.

Nella tabella comparativa tra le competenze richieste dal Piemonte compare il “trasferimento alla Regione delle funzioni amministrative in materia di svolgimento delle procedure di reclutamento del personale dei Vigili del Fuoco”, di fatto chiedendo di poter fare i concorsi, mutuando parola per parola da quanto previsto nel testo del Veneto. Il Piemonte vuole pure gestire in proprio l’istruzione tecnica e professionale, implementando la proposta del centrosinistra con la richiesta dei contributi destinati alle scuole paritarie e agli enti di formazione degli adulti, da gestire a livello regionale.

Per quel che vale visti i numeri, il gruppo Pd tiene il punto sullo schema Chiamparino alzando gli scudi su quella commissione che i dem avrebbero voluto “speciale” e non “permanente” rivendicando la presidenza per le minoranze, ovvero per loro. La maggioranza ha imboccato una strada diversa il cui iter sarà incardinato proprio domani nella Giunta per il Regolamento. Per questa ragione il capogruppo del Pd non ha rinunciato alle stoccate: “Ci sono alcune questioni che non ci convincono ma sulle quali vogliamo confrontarci entrando nel merito. Detto ciò, ci pare che la priorità della Lega non sia tanto la discussione e la realizzazione dell’autonomia ma che prevalga piuttosto la volontà di piantare una bandierina ideologica e politica. Marcare il terreno, insomma, come dimostra la scelta di istituire una nuova commissione permanente ad hoc, quando si sarebbe potuto benissimo discuterne in I Commissione, abbreviando i tempi ed evitando un aggravio di costi”.

Guarda la tavola comparativa con le richieste delle quattro regioni

“Un atteggiamento attivo, propositivo e critico allo scopo di migliorare la vita dei piemontesi, delle aziende, dei giovani con particolare riguardo per i temi della scuola e dell’istruzione” quello annunciato dai Cinquestelle con Francesca Frediani. Ovviamente di diverso tenore le dichiarazioni di intenti della maggioranza che sia dalla Lega con Riccardo Lanzo Alberto Preioni e dei Fratelli d’Italia per bocca di Maurizio Marrone: pur non gettando alle ortiche – come peraltro era stato annunciato all’inizio della legislatura – il lavoro svolto nell’ultimo scorcio dell’amministrazione Chiamparino, è stata ribadita la volontà di “un ampliamento delle funzioni richieste, ritenute di grande utilità per il territorio”.

Il nodo politico a Palazzo Lascaris, più che sui temi, sembra tuttavia rimanere sulla questione della commissione, anche se dal Pd è stato rimarcato come “la bozza Cirio ci pare un copia incolla della Lombardia”. Per Ravetti “lo spirito dell’art 116 della Costituzione è quello di valorizzare le specificità di ogni Regione, invece qui assistiamo all’adozione tout court del modello lombardo a scapito delle peculiarità dei nostri territori. Altra criticità che ci preoccupa, è che non si tiene in considerazione l’impatto che le nuove competenze avranno sulla struttura amministrativa regionale. Non basta il trasferimento di risorse, c’è un problema di riorganizzazione della macchina regionale. Di tutto ciò, e di altro ancora, siamo convintamente disponibili a ragionare”.

print_icon