PIAZZA CASTELLO

Cirio apparecchia per il (rim)pasto

Pranzo con il capogruppo del Carroccio Preioni cui non spiacerebbe una promozione in giunta. Il governatore apre oggi le consultazioni con i partiti. Ipotesi per il dopo Rosso: Lanzo, Marrone o Bongioanni. Lega contraria a imbarcare i Moderati

Il rimpasto è alle viste, ma con nodi ancora da sciogliere. E sono piuttosto intricati quelli cui da questa mattina, avviando gli incontri con i vertici delle forze di maggioranza, Cirio deve mettere mano per giungere nei tempi assai brevi che si è prefissato a dare un nome a chi andrà a occupare il posto lasciato vuoto da Roberto Rosso e, nel contempo, sancire il previsto scambio di deleghe tra i leghisti Marco Protopapa, attualmente all'Agricoltura e Fabio Carosso che cederebbe al compagno di partito l'Urbanistica. Certo è che, per fare questi cambiamenti, non si attenderà la modifica dello statuto atta a superare il limite di tre assessori esterni che il presidente intende portare a casa altrettanto celermente, potendo contare su un assai probabile punto di incontro con il centrosinistra.

Tornando al rimpasto, quello che si sarebbe potuto immaginare come poco o nulla più di un subentro, con il capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone che entra nell’esecutivo ricevendo una delega di peso come la Cultura ceduta dalla leghista Vittoria Poggio, si è invece rivelato un problema di non facile soluzione. Come anticipato dallo Spiffero nelle scorse settimane, la Lega non ritiene affatto scontato che il posto debba tornare al partito di Giorgia Meloni. Anzi, i segnali di un Carroccio sempre più arrembante verso l’ulteriore poltrona da occupare nella squadra di Cirio si sono fatti giorno dopo giorno più chiari, uniti alla non ingiustificata preoccupazione nutrita dal vertice regionale leghista di lasciare, con l’eventuale nomina di Marrone, di cui è riconosciuta esperienza e mestiere in aula, una sorta di vuoto nell’azione politica della coalizione in consiglio.

Da notare che nel corso degli incontri, il primo dei quali oggi sarà proprio con FdI, Cirio potrebbe avere conferma di quel che si vocifera negli ambienti della maggioranza, vale a dire del fatto che il capogruppo non sgomiti per diventare assessore, sia pure con quella delega alla Cultura che i Fratelli avevano chiesto fin dalla campagna elettorale e non era poi stata data loro per non affidarla a Rosso. Un mezzo accordo interno, racconta un insider di peso, sarebbe stato raggiunto piuttosto sul nome di Paolo Bongioanni, nonostante il suo fresco arruolamento nel partito. Soluzione però non gradita ai forzisti cuneesi e che non fa impazzire neppure il governatore.

Cirio piuttosto pare cullare con crescente trasporto l’idea di allargare la sua maggioranza aprendo le porte della giunta al consigliere dei Moderati Silvio Magliano. Una campagna acquisti nell’ala centrista del centrosinistra che potrebbe risultare prodromica e interessante in vista delle comunali torinesi del 2021, ma che trova la strada sbarrata da parte dell’azionista di maggioranza della coalizione. Per la Lega non c’è alcun bisogno del partito di Giacomo Portas e lo stesso Riccardo Molinari pare non prendere neppure in considerazione l’eventualità di un ingresso di Magliano in squadra: “Se lo scordi, la cosa è improponibile”, sentenzia un leghista tra i più alti in grado.

Quel posto i leghisti lo sentono, quasi, già loro. Ma chi sarà ad occuparlo? Il borsino più alto resta quello di Riccardo Lanzo, tuttavia il fatto di essere novarese alterebbe il delicato equilibrio interno: la provincia più lombarda del Piemonte ha già molte posizioni di rilievo e aggiungerne un’altra potrebbe aprire a problemi e tensioni che pure già aleggiano. L’ipotesi Lanzo, tuttavia, resta sul tavolo e nel caso si dovesse concretizzare Cirio, che stima molto il giovane avvocato, avrebbe già immaginato di assegnargli una parte delle deleghe oggi in capo all’azzurro Andrea Tronzano. Il piano alternativo, negli schemi dei vertici leghisti e nel taccuino di Cirio, prevede la nomina ad assessore dell’attuale capogruppo Alberto Preioni chiamato ad occuparsi di montagna. Per il Carroccio questa sarebbe l’occasione per dare al gruppo consiliare, con Lanzo, una guida più solida e assai meno incline a sbandamenti e gaffe.

Un po’ risiko un po’ puzzle, quello che si trova davanti Cirio appena rientrato dall’estero e subito alle prese con problemi condominiali. Che, però, dice di voler risolvere in fretta. Così come celermente il governatore ha in animo di modificare la norma che, all’interno dello statuto della Regione, fissa i criteri per la composizione della giunta. L’obiettivo dichiarato è quello di superare le maglie stroppo strette per la nomina di assessori esterni, ovvero scelti al di fuori degli eletti in consiglio regionale. Cirio ne ha parlato con il segretario della Lega, Riccardo Molinari, ricevendo non solo il via libera ma avendo proprio nel numero uno del partito di Matteo Salvini in Piemonte un convinto sostenitore del superamento di quei vincoli posti, in nome di un risparmio economico, all’epoca della giunta di Roberto Cota. Un modo per tenere sulle spine eletti e nominati: nessuno è insostituibile, questo il messaggio che Molinari vuole far arrivare netto e chiaro ai suoi.

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