Radicali, sovraffollamento e criticità nel carcere di Novara

La direttrice del carcere di Novara da lunedì sarà responsabile anche al carcere di Biella. La notizia è stata data dalla delegazione dei radicali, che ha visitato questa mattina l'istituto novarese, composta da Igor Boni, Silvja Manzi e Giovanni Auteri, accompagnati anche da Chiara Tordi ('Più Europa' sezione di Novara), Fabio Mariani (Partito Socialista italiano), Renzo Stievano presidente associazione 'Il Solco'. All'uscita dalla struttura penitenziaria di via Sforzesca, Manzi ha fornito alcuni dati: "Su 166 reclusi 138 sono definitivi e 28 in attesa di giudizio, il che significa che dovrebbe essere una casa di reclusione con tutto quello che prevede una casa di reclusione, invece è una casa circondariale che si trova a gestire un numero in maggioranza di detenuti definitivi, con tutto quello che questo comporta - ha spiegato - . Le criticità sono specifiche: la mancanza di mediatori culturali e mediatori linguistici, perché c'è una forte presenza di stranieri e molti di loro non parlano l'italiano". "Vi è la mancanza di docce all'interno delle camere e di acqua calda - ha continuato Manzi - Le stanze ospitano quattro o cinque detenuti, sarebbe utile anche un presidio fisso di psicologi". "Altra criticità quella dell'organico della polizia penitenziaria, un problema comune a tutti gli istituti. La presenza di 166 detenuti su una capienza di 157 rientra nel sovraffollamento. Quello che abbiamo visto è una situazione che può essere definita il meno peggio in Piemonte, il che non significa che vada bene", ha concluso la portavoce radicale. Sulla doppia direzione carceraria fra Novara e Biella, Igor Boni ha aggiunto: "Ogni carcere deve avere un suo direttore, impensabile dirigere strutture di questa complessità a tempo parziale". 

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