CORONAVIRUS & POLITICA

Guerra a colpi di commissioni d'inchiesta

Il capogruppo leghista Molinari vuole che il parlamento faccia luce sulla gestione dell'emergenza sanitaria da parte del governo. Una iniziativa che sa di rappresaglia per l'analoga richiesta fatta dal Pd piemontese nei confronti della maggioranza di centrodestra

A brigante, brigante e mezzo. E se Pd e M5s chiedono una commissione d'inchiesta in Regione Piemonte per verificare procedure e falle della catena di comando istituita da Alberto Cirio durante l'emergenza coronavirus, la Lega risponde pan per focaccia e ora vuole che il medesimo organismo d'indagine venga istituito in Parlamento, con l'obiettivo, fin troppo chiaro, di colpire l'asse giallo-rosso e il premier Giuseppe Conte

Accertare come ha agito la catena di comando del governo “che ha portato ad attivare in ritardo i protocolli di prevenzione e al mancato acquisto di camici e mascherine quando erano ancora disponibili sul mercato”, è la richiesta del gruppo del Carroccio a Palazzo Lascaris “raccogliendo l'allarme lanciato dall'assessore alla Ricerca Applicata per l'Emergenza Covid-19, Matteo Marnati per l'alto numero di persone positive al test sierologico sfuggite ai monitoraggi a partire dal mese di gennaio”. 

Che la situazione, per quanto grave, sia tutt'altro che seria, lo dimostra il fatto che a impugnare la spada di Alberto da Giussano contro l'esecutivo romano, sia l'omonimo in versione caricaturale. Il capogruppo del Carroccio Alberto Preioni si ricorda come 'da qualche giorno anche in Piemonte è possibile eseguire i test sierologici e cominciano ad affiorare le prime testimonianze di persone positive agli Igg ma che raccontano di avere sviluppato i sintomi della malattia come la perdita del gusto e dell'olfatto già a gennaio”. Da qui l’istanza della commissione. ''C'è il forte il sospetto - osserva Marnati - che il virus circolasse in Piemonte già a inizio gennaio o forse addirittura anche a dicembre”. Quali siano, su questo, le colpe dell'esecutivo non è chiaro: che dovesse andare il premier, assieme ai suoi ministri, a fare i tamponi per scovare il virus prima?

Richiesta, ovviamente, subito raccolta dal capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari che annuncia una proposta di legge per l’istituzione della commissione. “C’è un inspiegabile buco temporale di un mese, dimostrato dai primi test sierologici, tra l'inizio dei contagi e le prime misure di contenimento. Misure iniziate solamente il 25 febbraio 2020, esattamente un mese dopo le dichiarazioni di Conte che il 27 gennaio assicurava che l'Italia era prontissima a fronteggiare l'emergenza e che il nostro Paese aveva già adottato misure cautelative all'avanguardia e tutti i protocolli di prevenzione. Evidentemente non è stato così ed è giusto che si faccia chiarezza”, spiega Molinari che ricorda anche come il Governo avesse predisposto scenari drammatici, “parte dei quali peraltro tenuti segreti”.

“Bisogna fare chiarezza – è stato detto dai capigruppo di minoranza - sui provvedimenti e sulle procedure adottati in questi mesi. E ci piacerebbe che la maggioranza condividesse questo obiettivo, esattamente come è accaduto in altre Regioni. La trasparenza e la volontà di dimostrare che è stato fatto tutto il possibile per affrontare una situazione così complessa dovrebbe essere interesse di tutti i gruppi del Consiglio regionale. Sicuramente è un interesse di tutti i cittadini”.

Dalle opposizioni il richiamo ala necessità di capire, soprattutto, come si è operato sul fronte delle Rsa dove si sono contate decine di decessi. “Vogliamo sapere dove finivano i malati non autosufficienti dimessi dagli ospedali. Da più di un mese le risposte degli assessori alla Sanità e al Welfare sono state evasive e poi tranquillizzanti, eppure nelle case di riposo continuavano ad ammalarsi e a morire”.

Falle ci sono state, ed è sotto gli occhi di tutti, sia nell’azione del Governo sia in quella della Regione. Difficile dire se la storia delle commissioni di inchiesta, in questo caso, sarà scritta in maniera differente rispetto a molti casi del passato, arrivando davvero a scoprire cosa e dove non ha funzionato. Per ora s’intravvede solo il gioco dello scaricabarile. Immancabile quando incominciano a profilarsi responsabilità. E forse non solo quelle.

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