VERSO IL 2021

"A Torino puntiamo su un civico, ma non bruciamo nomi e tempi"

Il leader della Lega piemontese Molinari replica alle sollecitazioni del fratello d'Italia Comba. "Il candidato sindaco che esprimeremo come coalizione non sarà un esponente di partito e non siamo affatto fermi". La decisione in autunno al tavolo nazionale tra gli alleati

“Apprezziamo molto lo sforzo di Fratelli d’Italia e del suo coordinatore regionale nel voler contribuire a indicare il candidato sindaco di Torino, ma Fabrizio Comba nel suo ruolo dovrebbe sapere che la scelta del centrodestra per le elezioni nelle metropoli del prossimo anno è quella di individuare dei profili civici. Quindi sorprende che chieda alla Lega di indicare qualcuno, visto che la strategia della coalizione non è quella di un’indicazione di partito, ma appunto l’individuazione di una figura condivisa che provenga dalla cosiddetta società civile e in particolare dal mondo imprenditoriale”.

Il segretario regionale della Lega Riccardo Molinari sceglie il fioretto per rispondere, ma non risparmia la stoccata all’alleato che pochi giorni fa aveva incalzato il partito di Matteo Salvini che ha la golden share sulla candidatura per le comunali del prossimo anno di “darsi una mossa”.

Onorevole Molinari, metta da parte il bon ton tra alleati, quell’esortazione del coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, l’ha irritata?
“Ma no, posso capire che Comba non sappia quali siano i nostri movimenti, ma noi stiamo lavorando da tempo al candidato. Non siamo certo fermi. Così come sta lavorando anche Forza Italia, senza doverlo dire ai giornali”.

Quindi qualche nome lo avete.
“Farli adesso mi pare il modo migliore per bruciarli. È decisamente prematuro”.

Però sul profilo avete le idee chiare, no a un candidato politico, insomma che arriva dal partito, giusto?
 “In questo momento la strategia indicata da Salvini e condivisa da Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni è quella di individuare dei profili civici sul modello di Genova. Stiamo lavorando in quella direzione, non certo sulla spartizione tra partiti”.

Invece Fratelli d’Italia qualche nome lo ha fatto. Uno di questi è il prefetto Filippo Dispenza, tra l’altro in passato questore di Alessandria, la sua città.
“Conosco bene Dispenza, persona di cui ho grande stima. L’ho incontrato ancora recentemente, ci vediamo spesso, ma onestamente devo dire che non mi ha mai manifestato l’intenzione a candidarsi a sindaco di Torino. In questo momento ha altri incarichi e non ritengo pensi alla carriera politica. Detto questo, se volesse collaborare mettendosi a disposizione gliene saremmo molto grati.

Non crede che il pressing che FdI esercita sul suo partito non si inquadri in quel clima spesso più da concorrenti all’interno del centrodestra che non da alleati?
“Io non posso leggere nel pensiero di Comba. Posso dire che a volte si dicono delle cose per ricordare che si esiste”.

Menomale che non si era irritato.
“Ma no, con FdI lavoriamo bene, anche se ovviamente con differenze di posizioni. Dev’essere chiaro che a Torino vinciamo se lavoriamo uniti”.

Comba avrà messo troppa fretta, ma quali tempi prevede per una decisione?
“Una dead line non la do, ma con Salvini di Torino ho parlato ancora la settimana scorsa. È chiaro che adesso c’è un’altra campagna elettorale in piedi e l’attenzione va concentrata lì. Vedo, però, che c’è molto fermento a Torino, molti movimenti civici che si muovono, propongono e parlano con noi, quindi penso che verosimilmente nell’autunno il quadro sarà più chiaro”.

Lei non vuole parlare di nomi, ma da tempo ne circola più d’uno. Eccone un paio: Licia Mattioli, già vicepresidente di Confindustria e imprenditrice, come uomo d’impresa è Paolo Damilano. Che dice?
“Persone di alto profilo, potenzialmente coinvolgibili e con le quali parliamo”.

E poi spunta anche l’ex governatore Enzo Ghigo, riserva della Repubblica e per qualcuno asso nella manica del centrodestra.
“Ghigo gode della nostra massima stima, è stato anche un manager di un grande gruppo, ma è un politico e quindi non rientra nel profilo che il centrodestra si è dato”.

La linea del candidato civico non cambierebbe anche se qualcosa cambiasse sul fronte avversario?
“No. Non so se alla fine Pd e M5s faranno l’intesa. Come ho già detto se ciò avvenisse il Pd ci farebbe un grande regalo: vorrei vedere i torinesi comprendere come il partito che ha marchiato Chiara Appendino e Cinquestelle come causa di tutti i mali possa poi correre insieme. Il nostro è un progetto per avere consenso anche fuori dai partiti e per puntiare su una figura che dia un messaggio di rilancio economico, abbia competenze e conoscenze in ambito imprenditoriale per puntare sul lavoro e sullo sviluppo, vera emergenza che il Governo centrale sta trascurando”.