GRANA PADANA

"Furbetti fuori dal gruppo",
il caso Bonus agita la Lega

Pressing sui due consiglieri: esibiscano la ricevuta del rimborso e stiano per un po' nel Misto. Intanto, per Gagliasso sfuma la guida dei giovani e il suo sponsor Gastaldi non sarà il coordinatore del partito cuneese. Leone indebolisce Giglio Vigna nel Canavese

Essere solo tra coloro che son sospesi pare un limbo troppo morbido come sanzione e poco chiaro agli occhi degli elettori. In una buona parte della Lega cresce il mugugno per quella punizione inflitta a Matteo Gagliasso e Claudio Leone, i due “furbetti del bonus” che hanno richiesto e ottenuto il contributo di 600 euro mensili destinato a lavoratori autonomi e partite Iva.

Il provvedimento nei loro confronti era stato assunto giovedì scorso dal segretario regionale Riccardo Molinari, contestualmente a quello analogo che ha riguardato i due parlamentari Andrea Dara ed Elena Murelli e nelle stesse ore in cui il terzo consigliere regionale destinatario del bonus, Diego Sarno, annunciava di autosospendersi dal Pd.

Strano istituto quello della sospensione. I suoi effetti restano nebulosi, quanto la sua durata. Chi ne viene colpito, come nel caso dei due leghisti, non può più fare vita di partito? E fino a quando? Con quali conseguenze pratiche? Domande che lasciano intendere, tra gli stessi militanti, dirigenti ed eletti, come ci si trovi di fronte a una sanzione puramente formale. E questo dare l’effetto di un buffetto, per non pochi significa rischiare di apparire troppo morbidi nei confronti di chi ha sbagliato. Tanto più che lo stesso Matteo Salvini, quando lo scandalo era appena scoppiato e i contorni non ancora ben chiari, aveva tuonato “espulsione per tutti, chiunque siano”.

Dall’espulsione si è passati alla sospensione che certo non soddisfa tutti. Nel partito piemontese ci si chiede, dunque, perché a fronte di questo provvedimento i due debbano ancora restare a far parte del gruppo consigliare. Voci ricorrenti spiegano che “farebbero meglio a trasferirsi nel misto, almeno fino a quando restano formalmente sospesi”. Pare che questo invito sia stato recapitato e che, per coerenza rispetto alla sanzione e per renderla almeno un po’ concreta, Gagliasso e Leone potrebbero annunciare la loro uscita temporanea dai banchi della Lega, evitando ulteriori imbarazzi, anche se entrambi sembrerebbero riluttanti all’idea.

A stemperare la tensione probabilmente avrebbe potuto contribuire un chiarimento sulla restituzione all’Inps delle somme percepite. Gagliasso aveva spiegato di aver effettuato il bonifico due giorni prima che si venisse a conoscenza dei bonus ricevuti da parlamentari e amministratori locali. L’esibizione di quella documentazione, con la prova evidente che i milleduecento euro sono stati accreditati all’istituto di previdenza prima che esplodesse il caso, fino ad ora però non c’è stata, alimentando così dubbi e nervosismi. Esibiranno, i due consiglieri, quelle carte? Nel loro partito non sono in pochi a ritenerlo un passaggio fondamentale.

Altri passaggi potrebbero, tuttavia, essere rallentati o addirittura annullati a causa della vicenda bonus. Non è un mistero che Gagliasso, fedelissimo del deputato Flavio Gastaldi fosse destinato a raccogliere da quest’ultimo il testimone della guida piemontese del movimento giovanile, facendo così un salto dall’ambito provinciale a quello regionale ripercorrendo la strada tracciata dal suo principale sponsor e conterraneo. Cosa succederà, con il capo in pectore del vivaio leghista sospeso dal partito? Di certo si sono riaperti i giochi, tant’è che in men che non si dica è già spuntato un nome come papabile coordinatore. È quello dell’alessandrino Mattia Roggero, classe 1991, successore di Molinari nella delega al Commercio all’interno della giunta del capoluogo mandrogno.

Laurea in Economia, un curriculum dove figurano stage al Parlamento Europeo e in Cariparma, un impiego attuale in Bpm, Roggero è il segretario provinciale della Lega Giovani ed è il numero due di quello regionale. Per lui, definito brillante e sveglio (“troppo per qualche maggiorente, preoccupato che, crescendo troppo, possa in futuro fargli ombra”, nota qualche insider) sarebbe una promozione facile, non fosse per qualche preoccupazione ai vertici.

L’affaire bonus che ruota attorno a Gagliasso, potrebbe produrre un effetto domino anche sullo stesso Gastaldi. Nelle mire del deputato di Savigliano c’è la guida della Lega nella provincia Granda, da pochi giorni affidata al commissario Giorgio Maria Bergesio in attesa del congresso. Proprio guardando alla prossima scadenza del nuovo partito di Salvini, Gastaldi da tempo ha preso a muoversi per quel posto di comando. Il suo padrinaggio politico di Gagliasso, certo, non lo agevolerà nell’impresa. Anzi, a dar retta ai rumors, deve proprio “togliersi dalla testa” l’idea di poter fare le scarpe a Bergesio.

Il coinvolgimento nella questione bonus di Leone ha finito con il creare qualche difficoltà a un altro parlamentare, Alessandro Giglio Vigna, che aveva sostenuto con decisione la sua corsa verso la Regione. L’inciampo maldestro del leghista di Rivarolo potrebbe, dunque, aprire fronde e lastricare di problemi la strada del deputato per la leadership nel Canavese, dove in questo frangente a fregarsi le mani è il compagno di partito e suo competitor interno Cesare Pianasso, appena investito da Molinari del ruolo di commissario.

Giorni difficili, insomma, quelli per la Lega in Piemonte, con piani che rischiano di essere scompaginati e imbarazzi non certo spazzati via da quella sospensione. Tanto più se resterà solo uno scappellotto, senza neppure un segno concreto come l’uscita, sia pure temporanea, dal gruppo dei due consiglieri e la loro sistemazione nel purgatorio del misto.

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