LOTTA DURA

Dopo il lockdown sono tornati gli scioperi

Tante le mobilitazioni nel 2021 dopo la riduzione drastica dell'anno precedente, quello delle restrizioni per la pandemia Covid. Il garante: "Con la ripresa delle attività produttive si registra anche un analogo ritorno della conflittualità"

Nel 2021 sono stati effettuati 1.009 scioperi nei settori dei servizi pubblici essenziali, contro gli 849 dell’anno precedente. Lo riferisce l’Autorità di garanzia, sottolineando che “con la graduale ripresa delle attività produttive si registra anche un’analoga, graduale, ripresa della conflittualità”. La Commissione è intervenuta su 272 proclamazioni di sciopero, con indicazioni preventive per segnalare delle irregolarità. Indicazioni che hanno avuto un riscontro pari al 97%, con la revoca o l’adeguamento. Tredici invece gli scioperi ritenuti irregolari.

Secondo il garante Giuseppe Santoro-Passarelli, “riguardo la legge 146 (quella che regola il diritto di sciopero ndr), come è noto, l’unico intervento di riforma risale ormai al 2000. In oltre vent’anni la fisionomia del conflitto collettivo ha subito dei cambiamenti e, probabilmente, qualche intervento di adeguamento da parte del legislatore sarebbe auspicabile”.

Ha proseguito il garante: “In un contesto di profonda incertezza derivante dalla crisi pandemica prima e dalla tragica guerra in Ucraina – che, già di per sé, ha delle conseguenze dirette su alcuni servizi pubblici essenziali (basti pensare all’energia elettrica, al gas, al rifornimento di carburante) – sembra opportuno richiamare, l’esigenza, da più parti auspicata, di un patto sociale che ponga il lavoro al centro degli obiettivi e rilanci le politiche attive del lavoro, in accordo con le Regioni, anche al fine di un ottimale impiego dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Il garante ha parlato, inoltre, dei rischi connessi al cosiddetto “effetto annuncio” riguardo a quell’informazione portata a dare risalto a organizzazioni che comunicano la mobilitazione pur essendo in determinati ambiti talmente poco rappresentative da costituire un’iniziativa del tutto marginale.

Infine una riflessione sui morti sul posto di lavoro. “È doveroso, da parte nostra, richiamare, ancora una volta, dinanzi ai tragici incidenti e la elevata mortalità nei luoghi di lavoro che, nella prima metà di quest’anno, hanno causato la perdita di vite di lavoratrici e lavoratori e di giovani che svolgevano periodi di formazione nelle aziende, l’esigenza dello scrupoloso rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro”.

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