Molinari e la Capalbio leghista

Dicono che… più dell’entità della somma ricevuta quale contributo per la recente campagna elettorale sia stata la residenza del “benefattore” ad aver suscitato una certa curiosità. Riccardo Molinari è tra i pochi parlamentari (un centinaio) ad aver ottemperato all’obbligo di legge pubblicando la propria “dichiarazione patrimoniale” (ma c’è tempo fino al prossimo mese di marzo), comportandosi esattamente come i suoi colleghi: cifre in chiaro e finanziatori oscurati con un tratto di pennarello nero. Però, a differenza dei suoi colleghi, il capogruppo della Lega a Montecitorio e segretario del partito in Piemonte ha lasciato leggibile la provenienza geografica dei sottoscrittori. Così scopriamo che tra i sostenitori che gli hanno versato complessivamente 22mila euro, il più generoso (con diecimila euro) è di Capalbio. Sì, proprio la località balneare toscana per oltre mezzo secolo meta prediletta della gauche caviar nostrana. Chi sarà mai l’anonimo (per noi) estimatore del leghista mandrogno? Un infiltrato nella piccola Atene della Maremma? Un agitatore della quiete nel buen retiro della sinistra radical chic? È vero che, ultimamente, anche nell’ameno borgo toscano le cose sono cambiate. Alle scorse amministrative il Comune è stato conquistato dal centrodestra e già nel 2019, alle Europee, la Lega aveva ottenuto il 47% dei voti. Non è che smaltita la sbornia di Rosso Antico abbiano preso a tracannare mojito scambiando l’Ultima Spiaggia per il Papeete?

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