RETROSCENA

Tre partiti e una (quarta) gamba. Bonsignore agita il centrodestra

L'ex luogotenente andreottiano manovra dietro le quinte per destabilizzare la coalizione in Piemonte. Prima manda in avanscoperta Cesa ad attaccare Cirio, poi in una riunione carbonara trama con altri vecchi arnesi della politica (Rosso e Borghezio)

Già numericamente esile rispetto alle altre tre, la quarta gamba del tavolo del centrodestra  rappresentata dai centristi di Noi Moderati, appare sempre più traballante per quanto riguarda le prossime elezioni regionali in Piemonte, anche per i tarli che stanno lavorando al suo interno.

Le frizioni tra Maurizio Lupi e Lorenzo Cesa hanno trovato proprio nella regione allobroga il terreno più fertile e nel giudizio sull’operato di Alberto Cirio l’elemento divisivo. Dietro il lessico (post)democristiano usato dal segretario dell’Udc nel sostenere la necessità di “una profonda riflessione nel centrodestra”, a fine giugno, mal si celavano dure critiche all’attuale governatore e una bocciatura tale da prefigurare una rottura al centro sul Piemonte. La replica, con pieno sostegno a Cirio, da parte di Lupi non si sarebbe fatta attendere: “Il presidente e la sua squadra hanno lavorato bene”.  Questione chiusa? Manco per niente.

Anzi, il prosieguo carsico della divisione al centro che potrebbe provocare qualche grattacapo alla coalizione, non nasconde del tutto manovratori e suggeritori non proprio occulti dietro l’atteggiamento, per molti aspetti indecifrabile, di Cesa. Assai più decrittabile se, come pare, a sobillare l’erede della Dc è chi ancor prima di essere democristiano è stato soprattutto andreottiano. Quasi a riemergere dalle tenebre in cui molti, sbagliando e sottovalutando, lo davano ormai perso, sarebbe proprio lui, Vito Bonsignore, per decenni longa manus del Divo Giulio e potente uomo d’affari. Per ragioni che sfuggono a una chiara spiegazione politica ma che forse trovano ragione in antipatie personali, don Vito da Bronte non è annoverabile tra i sostenitori, ma neppure tra gli estimatori dell’attuale presidente della Regione. Dunque, non certo per preparare il sostegno al governatore in vista di ricandidatura, raccontano che Bonsignore poco prima delle ferie estive avrebbe partecipato a una riunione, un po’ carbonara, convocata allo scopo di dar vita a una lista autonoma alle regionali. Evidente l’obiettivo: fungere da disturbo per Cirio e per tutto il centrodestra, incominciando proprio dall’area centrista. 

Riunione che avrebbe meritato un occhio nel buco della serratura non foss’altro per alcuni dei partecipanti. Gli spifferi riferiscono che si sia rivisto l’ex parlamentare e assessore regionale fino al suo arresto (seguito poi da condanna in appello per voto di scambio) Roberto Rosso, espulso da FdI motu proprio da Giorgia Meloni e non certo difeso da Cirio e da qui un probabile spirito di rivalsa, se così la si vuole chiamare. Ma all’incontro nella sede de “Il Laboratorio” tink tank del perenne riesumatore della Dc, ma soprattutto fedelissimo bonsignoriano Mauro Carmagnola, pare fosse presente anche un altro ex eccellente, il leghista per mancanza di ricandidatura Mario Borghezio, ondeggiante tra vecchi innamoramenti verso Marine Le Pen e recenti intemerate verso la medesima. Presente l’ex consigliera comunale di Torino Raffaella Furnari, fedelissima di Bonbon (mentre l’altro giannizzero, Paolo Greco Lucchina, ha il compito di presidiare l’Udc). Il “Piano B”, come Bonsignore, avrà un seguito evolvendo in una lista, certo senza impossibili grandi ambizioni, ma con il possibile effetto disturbo? Il tarlo del dubbio circola tra gli ortodossi lupiani, rendendo sempre meno solida la quarta gamba del centrodestra piemontese, già insediata dall’arrivo nello schieramento dei Moderati di Mimmo Portas

Uno scenario in cui va inserito anche un ulteriore nuovo soggetto che proprio oggi a Novara prenderà corpo, aumentando l’offerta centrista nella competizione elettorale. Nella città di San Gaudenzio arriva Stefano Bandecchi, il pirotecnico sindaco di Terni che presenterà Piemonte al Centro, la formazione civica promossa dall’ex leghista, prima non ricandidato poi espulso, Paolo Tiramani ovvero il dente più avvelenato stabilmente piantato nella caviglia del segretario regionale della Lega Riccardo Molinari. Con Bandecchi e Tiramani anche l’ex azzurro di antica provenienza craxiana, Daniele Cantore, attualmente coordinatore di Alternativa Popolare, la formazione creata da Angelino Alfano ed ereditata dall’ex parà. Un altro possibile disturbo per il centrodestra dove, però, anche tra i centristi che cercano di tenere in piedi la loro gamba non mancano scricchiolii. Dalla parte ciellina, in particolare dall’attuale consigliere regionale Silvio Magliano, è nota la freddezza verso Lupi, dato sempre più marginale nel mondo cresciuto attorno alla figura di don Luigi Giussani

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