RETROSCENA

Cirio bis tra voti e veti

A tre settimane dalle urne già impazza il toto giunta. FdI divisa sulla Sanità. Chiorino prenota la vicepresidenza, Marrone vuole un ruolo di peso. Riboldi punta all'Agricoltura, Bongioanni allo Sport. Nastri sponsorizza Chiarelli. Nella Lega salgono le quotazioni di Bussalino

Una squadra da allestire con cura, ruoli da assegnare districandosi in un ginepraio di aspirazioni e pretese. Contano i voti ma ancor di più potrebbero imporsi i veti. “Aspettiamo le urne” è la premessa di tutti, poi si sbottonano. Non ci sono dubbi sul successo di Alberto Cirio, ma restano tante le variabili in gioco: il peso di Fratelli d’Italia, la tenuta della Lega, il risultato degli assessori uscenti. E la lista del presidente riuscirà a emergere in una tornata elettorale cannibalizzata dal voto d’opinione?

Il listino è già stato un bel banco di prova per misurare la forza di partiti e correnti assieme alle ambizioni dei caporioni locali. Il preludio alla composizione della giunta. La presenza di Elena Chiorino al primo posto della lista regionale è per molti il tentativo di ipotecare la vicepresidenza. Ma con quali deleghe? Qui si aprono due scenari: il primo vede Fratelli d’Italia decisi a prendersi l’assessorato più pesante, quello alla Sanità: “Siamo il primo partito, ci spetta l’onere e l’onore” è la tesi portata avanti dall’area più identitaria del partito e qualora prevalesse c’è chi prospetta un testa a testa tra Chiorino e Maurizio Marrone. Poi c’è il cosiddetto “modello Bertolaso”, dal nome dell’assessore alla Sanità lombardo, già numero uno della Protezione Civile con Silvio Berlusconi premier: un tecnico di area, un esterno. Ne parla Guido Crosetto, con i suoi collaboratori più stretti, lo prospetta Cirio a chi inizia a interrogarlo sulla squadra che verrà.

Un esterno sarebbe il modo migliore per ridimensionare il partito di Giorgia Meloni e assicurare un settore nevralgico a un profilo meno condizionabile da parte dei partiti. E così “Marrone potrebbe ottenere la Cultura oppure la presidenza del Consiglio”, ipotesi che però il diretto interessato non sembra troppo apprezzare. Tra chi tifa per Marrone c’è anche, a sorpresa, il ciellino Silvio Magliano che ambisce a saltare direttamente dai banchi dell’opposizione a quelli della giunta a suon di preferenze: con il fratello d’Italia alla Sanità, infatti, lui sogna di ottenere il Welfare secondo uno schema che avrebbe rivelato in un colloquio riservato con il vescovo di Torino. Le vie del Signore sono infinite e la politica sarà pure l’arte del possibile, ma l’operazione appare ardita. E sarebbe anche un sonoro schiaffone a Enrico Costa, che la lista del presidente che ora sta traghettando Magliano nel centrodestra, ha contribuito a metterla in piedi e che dopo aver tentato invano di escluderlo vivrebbe come una provocazione la sua promozione nell'esecutivo regionale. 

Tra coloro che ambiscono a un posto in giunta, in FdI, spiccano anche l’attuale capogruppo Paolo Bongioanni (che ha messo gli occhi su Sport e Turismo), il sindaco uscente di Casale Monferrato, Federico Riboldi (Agricoltura) e la vicesindaca di Novara Marina Chiarelli, fortemente sponsorizzata dal senatore Gaetano Nastri. Certo, su tutti e tre pende l’incognita delle preferenze. Più difficile che ce la faccia Roberto Ravello. Ancor più basse le possibilità per Carlo Riva Vercellotti e Davide Nicco.  

Più complessa, se possibile, la situazione all’interno della Lega che vedrà fortemente ridimensionata la propria delegazione nell’esecutivo regionale. Su Torino il testa a testa tra Stefano Allasia e Fabrizio Ricca potrebbe diventare una volata a tre con la rimonta di Andrea Cerutti, forse il più strutturato all’interno del partito, grazie anche al sostegno del deputato Alessandro Benvenuto. Chi arriva primo fa l’assessore, è il diktat del partito. Ricca può contare sul sostegno convinto (e talvolta anche un po’ paraculo) del mondo sportivo, Allasia sta sfruttando al massimo il ticket con Sara Zambaia. Fuori dal capoluogo attenzione a Enrico Bussalino, presidente della Provincia di Alessandria, che Riccardo Molinari vorrebbe nella squadra di Cirio, e pure a Luigi Icardi, assessore uscente alla Sanità: entrambi puntano all’Agricoltura, proprio come Riboldi. Più difficile la conferma per Fabio Carosso, vicepresidente uscente, che già ha ottenuto un posto nel listino per assicurarsi il ritorno a Palazzo Lascaris. Quasi fuori, invece, il novarese Matteo Marnati, a cui servirebbe un exploit elettorale per poter rivendicare un posto da assessore.

Più stabile la situazione in Forza Italia, dove la conferma di Andrea Tronzano è vincolata al successo elettorale: gli accordi nel partito azzurro prevedono il posto garantito al candidato più votato a Torino, mentre Cirio ha già fatto sapere di voler puntare nuovamente sul fedelissimo Marco Gabusi. E infine ci sono altri due posti, quelli da sottosegretario. Saranno gli ultimi tasselli del puzzle. 

print_icon