Ma quando finisce la litania sul fascismo? 

Sarà perché mi sono formato in un partito non ideologico, la Democrazia Cristiana. Sarà perché i miei “maestri” politici – Carlo Donat-Cattin, Sandro Fontana e Franco Marini – non amavano le narrazioni astratte e virtuali ma confesso che inizio a trovare stucchevoli ascoltare ogni giorno e a tutte le ore che siamo in una fase politica che corre il rischio di una “deriva fascista”, di una “svolta illiberale”, di una “torsione autoritaria”, di una “cancellazione delle libertà democratiche” e di una sostanziale “negazione della libertà di espressione”. Insomma, se sommiamo tutte queste minacce – che ascoltiamo, appunto, ogni giorno – arriviamo alla facile conclusione che siamo ormai alla vigilia di una dittatura. Dopodiché, ascoltate queste prediche dai quotidiani di riferimento, dai Tg che sostengono le accuse e dagli ormai soliti e scontatissimi talk televisivi che alimentano e amplificano la propaganda, entriamo nella vita reale e tutto, come da copione, si scioglie come neve al sole.

Ora, è del tutto comprensibile che il neo “Fronte popolare” di togliattiana memoria escogitato dalla sinistra radicale della Schlein, dalla sinistra estremista del trio Fratoianni/Bonelli/Salis e dalla sinistra populista e anti politica dei 5 stelle individui nell’ormai prossima ed imminente dittatura il pericolo mortale per la salvaguardia della nostra democrazia. Ma, di grazia, è vero tutto ciò? Siamo veramente alla vigilia di un regime che cancella le nostre libertà, azzera il pluralismo politico e cancella tutti i diritti come ogni giorno denunciano e predicano i promotori del “Fronte Popolare”? Perché se così fosse non ci resterebbe che una sola strada: opporsi con tutte le nostre forze e con tutti i mezzi a disposizione perché di fronte ad una dittatura non c’è una terza via: o la si combatte o la si subisce.

Ma, e qui arriviamo al dunque della questione, comincio ad avere l’impressione, se non la certezza, che se la potenziale dittatura in Italia ha colpito principalmente i cosiddetti “martiri dell’informazione” possiamo continuare ad essere tranquilli e ad andare serenamente in ferie. Mi riferisco, cioè, ad alcuni professionisti del piccolo schermo e della carta stampata che, attraverso contratti sontuosi – contratti che i ceti popolari possono solo guardare con il binocolo – e potendo dire tutto ciò che vogliono a qualunque ora del giorno, denunciano in modo implacabile il rischio di una possibile dittatura o svolta illiberale o torsione autoritaria nel nostro paese e che già patiscono sulla loro pelle i contraccolpi di questa campagna politica violenta e profondamente anti democratica. Ecco, mi fermo solo a questo esempio che è forse uno dei più eclatanti per quanto riguarda il clima illiberale, violento e semi dittatoriale che aleggia nel nostro paese, per arrivare ad una persin banale conclusione.

E cioè, con il massimo rispetto per le iniziative e la propaganda messi in atto dal neo “Fronte Popolare” – che, tra l’altro, ci riporta con la memoria al 18 aprile 1948 e alla storica battaglia tra la Dc e i difensori della libertà contro l’illiberale e antidemocratico “Fronte Popolare” dell’epoca… – forse sarebbe opportuno invertire la rotta. E, di conseguenza, attenersi alla realtà per come si presenta concretamente di fronte agli italiani e non rifugiarsi in una narrazione ideologica astratta, del tutto virtuale e carica di odio nei confronti di un nemico che, francamente, è difficile immaginare come il protagonista implacabile di una dittatura illiberale, autoritaria, violenta e profondamente antidemocratica. Anche perché, in ultimo, la politica è credibile e realmente democratica se si basa sui contenuti reali e non sui nemici immaginari. Vale per il centro destra e vale, soprattutto, per la nuova ed inedita sinistra “frontista” e settaria.

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