LA (S)QUADRA

Sanità, duello Marrone-Chiorino. Vertice romano di Fratelli d'Italia

Calano le quotazioni di un tecnico esterno. Si discute (tra Delmastro e Montaruli) sulla vicepresidenza. Una tattica? Forza Italia e Lega chiedono tre posti ciascuno, ma c'è anche la lista civica (e le poltrone sono 6 più due sottosegretari). Varese verso il Welfare?

Rinunciare alla golden share ricevuta dagli elettori, passando la mano sulla scelta dell’assessorato di maggior peso qual è la poltrona di comando della Sanità? Possibile certamente, ma da sempre poco probabile. Ancora meno mentre ci si avvicina al momento della costituzione della nuova giunta regionale del Piemonte e tutto lascia presagire che quella scelta Fratelli d’Italia la rivendicherà e la farà con una chiara connotazione politica. Le ipotesi di un tecnico esterno, opzione per un po’ accarezzata senza infingimenti dal rieletto governatore Alberto Cirio nella prospettiva di una gestione molto “diretta” dal quarantesimo piano del grattacielo della materia più complessa e scottante, paiono ormai al lumicino. Così come paiono svanire scenari, per nulla sgraditi a “plenipotenziario” e uomo delle trattive di FdI Guido Crosetto che avrebbero ricondotto a individuare figure di alta esperienza al di fuori degli eletti senza il timbro, sia pure con l’indispensabile placet meloniano. 

Insomma, nuove stelle pronte a brillare come quella del consulente di Cirio, nonché direttore della Fondazione Tempia di Biella, Pietro Presti, o maturi satelliti che da anni costellano la galassia sanitaria del centrodestra come Valter GalanteMaurizio Dall’Acqua e altri navigati manager, paiono trasformarsi in meteore di fronte alle regole auree della politica. Regole e riti, non sempre avulsi da discussioni e confronti, talvolta pure accesi. Proprio come quello che sarebbe in atto, in queste ore, tra due parlamentari di spicco piemontesi, padrino e madrina politici di altrettanto importanti assessori uscenti con già assicurato il ritorno in giunta. Quello tra Andrea Delmastro, punto di riferimento di Elena Chiorino e Augusta Montaruli con analogo ruolo per Maurizio Marrone, per alcune fonti vicine sarebbe addirittura qualcosa simile a un braccio di ferro. Per la Sanità, si dirà. No la questione in ballo, almeno formalmente, è quella della vicepresidenza della Regione, ma l’assessorato retto negli ultimi cinque anni dal leghista Luigi Icardi c’entra, eccome. Quel ruolo di numero due, occupato nella precedente legislatura dal leghista Fabio Carosso (“il più ciriano” per usare una definizione in uso a chi non apprezzava troppo l’eccessiva sintonia), è visto sia da Marrone sia da Chiorino come un potente trampolino per la successione, tra un lustro, al non più ricandidabile Cirio. Ancor prima, quella posizione, sarebbe un ambìto palco da cui segnare politicamente il ruolo di FdI come forza di maggior peso nella coalizione, guidata da un governatore espressione di una forza alleata e moderata.

Ma, com’è evidente a tutti, chi assumerà la vicepresidenza non potrà (per altra regola, non scritta ma altrettanto osservata e indiscussa) avere per sé anche la delega alla Sanità. Ecco spiegata la strettssima correlazione tra la discussione sul ruolo di vicepresidente e il posto sulla poltrona di maggior peso (non solo di bilancio) tra quelle da assegnare. Rispettando lo schema prospettato da Crosetto nel recente incontro con Cirio, ovvero 5 posti a FdI con in più quello del presidente del Consiglio regionale e il resto, compresi i due sottosegretari (che i meloniani non rivendicano) per gli alleati. Ma è davvero la vicepresidenza il reale punto di discussione o, come sospettano alcuni, questo nasconde una tattica volta proprio a puntare sulla Sanità, apparente ripiego per chi tra i due non ha ottenuto il ruolo di numero due? Tutto può essere, certamente ad oggi il borsino “sanitario” è dato in forte ascesa per Marrone, con la conseguenza in caso di conferma di un approdo alla vicepresidenza per Chiorino, la quale da tempo non nasconderebbe l’intenzione di continuare a mantenere le vecchie deleghe del Lavoro e della Formazione.

Un confronto tutto interno a Fratelli d’Italia che questa mattina vedrà a Roma riunirsi lo stato maggiore con Crosetto, Giovanni Donzelli e Francesco Lollobrigida: il segretario regionale Fabrizio Comba, il senatore Gaetano Nastri e i deputati Delmastro e Montaruli. Sulla composizione della delegazione meloniana nel Cirio bis non vi sono troppe incognite: con Marrone e Chiorino entreranno in giunta Federico Riboldi Marina Chiarelli. Davide Nicco è in pole qualora Paolo Bongioanni, assessore al Turismo in pectore, venisse dirottato sullo scranno più alto di Palazzo Lascaris, poltrona peraltro ambita anche da Carlo Riva Vercellotti.

Lega e Forza Italia reclamano tre posti ciascuno, anche se questa istanza si scontra con l’aritmetica ancor prima che con la politica essendo proprio sei le poltrone rimanenti, ma a concorrere alla vittoria del centrodestra con il 12,23% (rispetto al 9,85% di FI e il 9,4 della Lega) è stata anche la lista civica di Cirio Piemonte Moderato e Liberale, che arriva in via Alfieri con 5 consiglieri. Per gli azzurri le prenotazioni nell’esecutivo hanno i nomi degli uscenti Marco GabusiAndrea Tronzano e l’esterna Claudia Porchietto, anche se quest’ultima in possibili incastri potrebbe finire in quota al presidente o, come sottosegretario alla lista civica. Alchimie tutte in divenire, che riguardano anche la Lega dove il posto più sicuro pare essere quello del presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino, con a seguire l’ex vicepresidente Carosso e il novarese Matteo Marnati. Pur partendo dal peggior risultato della regione, il torinese Fabrizio Ricca pare stia muovendo tutto il possibile per poter rientrare nell’esecutivo, facendo leva su quel mondo dello sport che si starebbe mobilitando per chiedere la sua riconferma (“Ma se lo volevano così tanto perché non l’hanno votato?”, annotano malignamente i suoi detrattori).

Infine, ma non ultima, c’è proprio la lista del presidente. Nello schema che sta negli appunti di Cirio ci sono due posti. Uno parrebbe destinato al cuneese Marco Gallo e per l’altro, proprio nelle ultime ore si starebbe facendo strada l’ipotesi di Paola Varese, l’oncologa che in provincia di Alessanria ha ottenuto oltre 2.600 preferenze. Per lei si penserebbe alla delega alle Politiche sociali e dell’integrazione sociosanitaria. Una materia di cui Varese, primario dell’ospedale di Ovada, si occupa da sempre anche con ruoli nazionali nell’ambito del volontariato e con studi e pubblicazioni sullo stretto legame tra welfare e sanità. A questo punto, Gian Luca Vignale, sempre che il riconteggio in corso alla Corte d’Appello non gli apra le porte di Palazzo Lascaris (attualmente è fuori per una manciata di voti), potrebbe essere ripescato come sottosegretario.

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