LA (S)QUADRA

Cirio bis, "l'ultima parola a Meloni".
Crosetto stana i fratelli sulla Sanità

Marrone e Chiorino riluttanti ad assumere una carica zeppa di oneri e avara di onori. Ma il gigante di Marene strapazza i maggiorenti del partito: "Davvero possiamo permetterci di rinunciare all'assessorato più importante?". Stallo al vertice romano

“Di questo ne devo parlare con la Meloni”. Poche parole per chiudere l’incontro con i maggiorenti piemontesi nel suo ufficio di Palazzo Baracchini, quartier generale del ministero della Difesa. Le trattative per la nuova giunta del Piemonte sono al culmine e Guido Crosetto non vuole neppure prendere in considerazione l’idea di rinunciare alla delega della Sanità e non ha mancato di manifestare le sue perplessità con i suoi interlocutori: il segretario regionale Fabrizio Comba e i parlamentari Augusta Montaruli, Gaetano Nastri e Andrea Delmastro. Possibile che il partito di maggioranza relativa non rivendichi la guida dell’assessorato più importante, quello che drena l’80 percento dell’intero bilancio regionale? Una ipotesi di fronte alla quale il Gigante di Marene ha chiesto un’assunzione di responsabilità. Alberto Cirio ha già detto che quella casella spetta di diritto a Fratelli d’Italia ma che in caso di rinuncia sarebbe pronto a un Piano B. Quale? Mistero, ma qualcosa frulla in testa al governatore.

Quel che è emerso al vertice di via XX Settembre, infatti, è che il duello tra Maurizio Marrone ed Elena Chiorino è a chi fa il passo più lungo. Indietro, però, come nell’arcinota scena di Fantozzi. Entrambi non vogliono occupare quella casella giudicata zeppa di oneri e avara di onori. Temono di dover gestire scelte impopolari, meglio spendersi in battaglie culturali e identitarie che amministrare una macchina complessa come la Sanità. E così l’assessore uscente alle Politiche sociali continua a chiedere per sé la Cultura, l’esponente biellese vorrebbe vedersi confermato il Lavoro. Entrambi vorrebbero i galloni da vicepresidente. Al cuneese Paolo Bongioanni – che ha già fatto sapere in ogni lingua di non voler rinunciare all’assessorato per la presidenza del Consiglio – andrebbe l’agognato Turismo, alla novarese Marina Chiarelli lo Sport, mentre l’alessandrino Federico Riboldi punta sull’Agricoltura. Uno schema nel quale FdI fa incetta di poltrone (Davide Nicco a questo punto potrebbe essere dirottato sullo scranno più alto di Palazzo Lascaris e a Carlo Riva Vercellotti affidato il ruolo di capogruppo), ma a gestire la ciccia sarebbero gli altri. Chi lo dice alla capa momentaneamente seduta a Palazzo Chigi?

“Alla fine deciderà Giorgia Meloni” è pronto a scommettere uno che sta seguendo da vicinissimo le trattative. E pare difficile che la presidente del Consiglio possa accettare un tale “scarico di responsabilità”. Soprattutto in un momento in cui lei in prima persona si sta impegnando a investire risorse sulle liste d’attesa assieme al ministro Orazio Schillaci, anche lui espressione di Fratelli d’Italia. E chissà che Crosetto non l’abbia evocata apposta, per iniziare a preparare il terreno. “Con il governatore di Forza Italia – si è lasciato sfuggire – non esiste che rinunciamo alla Sanità”.

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