FIANCO DESTR

"Vinceremo!". L'azzardo di FdI. Alessandria, centrodestra rischia

Il federale mandrogno Riboldi incassa l'impegno formale della coalizione sul suo candidato alla presidenza della Provincia. Ma resta in campo il "civico" Rapetti. Timori in Lega e Forza Italia. Il Pd gongola, ma i franchi tiratori incombono su entrambi i fronti

Il dado è tratto, ma per Fratelli d’Italia quello sulla presidenza della Provincia di Alessandria è un azzardo senza pari. La decisione da parte del “federale” mandrogno, Federico Riboldi, di tenere duro sulla candidatura di Luigi Benzi, 50 anni, ingegnere e manager d’azienda, sindaco meloniano di Quargnento, ponendovi il sigillo con un comunicato congiunto con Lega e Forza Italia, non risolve affatto la questione aperta con la discesa in campo del sindaco di Acqui Terme Danilo Rapetti. Quest’ultimo, per mesi e fino all’inizio dell’estate era stato il candidato “civico” in pectore per lo stesso Riboldi con il quale c’erano state lunghe interlocuzioni il cui senso era, per il sindaco, quello di una preinvestitura anche se poi l’allora primo cittadino di Casale Monferrato nel frattempo diventato assessore alla Sanità, avrebbe fortemente ridimensionato negando di aver mai promesso la candidatura.

Un improbabile fraintendimento che comunque ha portato Rapetti alla decisione di presentarsi per la presidenza di Palazzo Ghilini, pur senza mettere in campo alcuna lista. E anche questo, alla luce degli ultimi accadimenti, potrebbe essere un ulteriore motivo di preoccupazione nel centrodestra. Già, perché al di là delle dichiarazioni unitarie di maniera affidate al comunicato, sia nella Lega così come in Forza Italia il timore di consegnare la Provincia al Pd e al centrosinistra, che mette in campo Domenico Miloscio, è forte e non meno immotivato. 

Nelle stesse ore in cui da FdI si sollecitavano gli alleati alla nota congiunta, questi non facevano mistero circa le loro fortissime perplessità rispetto ai numeri in base ai quali Riboldi e i suoi ritengono che la vittoria sia certa nonostante la presenza di Rapetti, il quale come ampiamente previsto riconferma la sua corsa e prosegue nella raccolta delle firme necessaria per presentare la candidatura. Lo stesso comunicato, passaggio inevitabile per non mostrare crepe nel centrodestra, mostra in controluce non invisibili differenze.

Se i Fratelli con Riboldi e il segretario regionale Fabrizio Comba, rimarcano come sia “fondamentale mantenere la provincia a guida centrodestra, per garantire quella filiera con la Regione e il governo nazionale indispensabile allo sviluppo dei nostri comuni e dei nostri territori”, per la Lega Riccardo Molinari che fino all’ultimo non ha precluso una soluzione che portasse a convergere su Rapetti per evitare rischi al voto, sostiene che occorra “dare continuità all’ottimo lavoro svolto dal presidente Enrico Bussalino (l’ex presidente leghista ora assessore regionale, ndr) e da tutto il gruppo dei suoi consiglieri delegati. Per questo, come sempre, lavoriamo affinché il centrodestra unito possa raggiungere questo grande obiettivo”. Infine Forza Italia che non avrebbe affatto disdegnato di candidare Giulio Colletti, con la coppia Paolo Zangrillo e Ugo Cavallera, non manca di ricordare che il partito fondato da Silvio Berlusconi “come sempre discute e converge sulle candidature predisposte dalla coalizione di centrodestra”.

Se la convergenza reale la si vedrà nei voti che arriveranno a Benzi e quelli che andranno a Rapetti, la discussione evocata dagli azzurri certo non è mancata, specie nelle ultime ore e non è detto non prosegua. Si è detto della forte preoccupazione che sia la Lega, sia Forza Italia non hanno nascosto all’alleato fraterno obiettando quelle previsioni troppo ottimistiche di Riboldi sulla scarsa rilevanza del terzo incomodo acquese. Ancora brucia la sconfitta subita dai tre partiti della coalizione alle comunali della città ternale, dove dopo dieci anni dai suoi primi due mandati, Rapetti ex azzurro poi leghista e infine civico ha vinto a dispetto del mancato sostegno della coalizione. E proprio il “modello Acqui”, Rapetti intende proporre per la Provincia, astutamente evitando di accompagnare con una lista la sua candidatura, che FdI ha tentato in ogni modo di scongiurare. Nel fine settimana ci sarebbe stato anche un lungo incontro tra lo stesso sindaco acquese e Riboldi il cui esito, come appare evidente, non è stato quello auspicato dai Fratelli. Ma le scorse ore sono state anche quelle in cui il centrosinistra ha formalizzato la candidatura di Miloscio, anch’essa non del tutto scevra da discussioni, accenni di autocandidature pesanti poi ritirate e false partenze. Proprio questo scenario potrebbe, in una bizzarra ma realistica eterogenesi dei fini, portare acqua al mulino di Rapetti, il quale non è affatto detto sia un vantaggio sicuro per il Pd. Nessuno ha la certezza che franchi tiratori siano solo da una parte. 

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