GRANA PADANA

Autonomia alla sorgente della Lega: senza ampolla ai piedi del Monviso

Quasi trent'anni fa Bossi fondava uno dei miti del Carroccio: il Po come sacra fonte battesimale della patria padana. L'ultimo vessillo sopravvissuto al ciclone iconoclasta di Salvini è la riforma del regionalismo. Calderoli e Molinari disvelano l'ipocrisia della sinistra

Correva l’anno 1996. Ai piedi del Monviso Umberto Bossi con in mano un’ampolla d’acqua del Po dava vita uno dei riti “fondativi” della madre patria leghista: la Padania. Altra epoca, altra Lega. Oggi a distanza di quasi trent’anni uno sparuto drappello si è recato in pellegrinaggio a Crissolo, in provincia di Cuneo, ai 1.800 metri di Pian della Regina, forse con l’intenzione di riannodare i fili di una storia sfilacciata dal tempo e da una leadership, quella di Matteo Salvini, che a colpi di abiure e svolte improvvide ha gettato una coltre di oblio.

Sul palco, nel convegno che ha anticipato il pranzo alla Baita della Polenta, si sono alternati il ministro per gli Affari regionali e l’autonomia Roberto Calderoli, il senatore e segretario provinciale Giorgio Bergesio, l’assessore regionale del Piemonte con delega all’Autonomia Enrico Bussalino, il capogruppo della Lega in consiglio regionale Fabrizio Ricca e Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e segretario del partito in Piemonte. Jeans, sneakers, piumino leggero, Calderoli era accompagnato dalla moglie Gianna Gancia, ex europarlamentare tornata in questa legislatura sui banchi di Palazzo Lascaris: «Fino a ieri non stavo bene – ha raccontato – ma il pensiero del Monviso mi ha rinvigorito. Qui si respira aria di libertà. Ho detto ai sostenitori del Carroccio, a una festa in Lombardia, che almeno una volta alla vita un leghista vero deve venire al Monviso». E la memoria torna proprio alle origini: «28 anni fa Bossi raccoglieva l’acqua del Po alla sorgente, scrivendo una pagina importante della storia politica della Lega – ha continuato Calderoli –. Negli anni successivi siamo andati dal Presidente della Repubblica consegnando 4 milioni e mezzo di “sì” dei cittadini del Nord che chiedevano la secessione. La secessione non è arrivata, ma senza quel passaggio non saremo mai arrivati all’autonomia differenziata». La Secessiun, come dimenticarla? «Ci siamo sempre dati appuntamento al Monviso, anche quando l’autonomia differenziata non riempiva le pagine dei giornali – gli ha fatto eco Molinari –. Quest’anno siamo qui per festeggiare il primo passo di un traguardo a cui lavoriamo da vent’anni. La nostra determinazione ci ha portato qui. L’approvazione di questa legge non fa altro che stabilire una cosa che già è nella Costituzione. Ci scontriamo con l’ipocrisia della sinistra, che parla in contrapposizione anche con la loro storia politica, e che cerca solo di giocare sulla pancia delle popolazioni del sud».

Il fronte contrario è agguerrito, tra azioni giudiziarie e iniziative referendarie, riuscendo a fare breccia nell’opinione pubblica e aprendo faglie all’interno della stessa maggioranza di governo e nelle forze politiche di centrodestra. Una battaglia insidiosa, capitanata da una sinistra che pure in passato – con la riforma del Titolo V della Costituzione e poi avviando forme di decentramento amministrativo – aveva mostrato aperture significative sull’autonomia. «Dopo i timori di secessione la sinistra, nel 2001 approvò la riforma costituzionale che oggi si è tramutata in legge grazie all’autonomia differenziata – ha spiegato Calderoli –. Ma la stessa sinistra oggi si scaglia contro, portando quattro delle sue cinque regioni a rinnegare ciò che loro stessi avevano voluto, a impugnare alla Corte Costituzionale la legge stessa. In Italia abbiamo 20 regioni, cinque a statuto speciale. Delle altre 15, ben 14 hanno chiesto alcuni mesi fa l’autonomia differenziata e ora la sinistra chiede a loro di fare marcia indietro. È una vergogna che una regione a statuto speciale come la Sardegna rinneghi la libertà e l’autonomia di cui lei usufruisce ad altre regioni. Così come sono orgoglioso che le altre quattro si siano dichiarate a favore dell’autonomia e di questa legge».

Per quanto riguarda l’impugnazione contro la legge sull’autonomia differenziata Calderoli ha sottolineato che è «inammissibile ciò che stanno facendo da sinistra. La legge è costituzionale dal 2001 e mi spiace l’impostazione che hanno dato i comitati promotori del referendum, perché hanno messo in campo falsità di contenuti e gridano “firmate per il referendum contro una legge che spacca l’Italia”, senza accorgersi che l’Italia è già divisa in pezzi che noi stiamo cercando di rimettere insieme. Antipatico il loro atteggiamento nei confronti del nord. Stanno istigando il sud contro il nord».

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