Il nostro impegno di cattolici in politica

Gentile direttore,
in seguito alla lettura su Avvenire dell’intervista al cardinal Bassetti dal titolo “È l’ora dei laici responsabili. In politica serve una nuova presenza”, ho sentito il dovere di scriverle. Sono una cattolica praticante che non solo ha votato senza scendere a compromessi, ma da ormai tre anni si impegna per il bene comune. Sì, il cardinal Bassetti ha riepilogato molto bene ciò di cui oggi non solo la Chiesa ma l’Italia tutta ha bisogno: laici responsabili che non facciano solo convegni, conferenze, manifestazioni, ma scendano in politica per dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Finora in politica abbiamo visto l’avvicendarsi di tanti Zaccheo che hanno dato a Cesare ciò che è di Cesare e alle proprie tasche ciò che era delle famiglie e delle aziende italiane, riducendo la quarta potenza europea degli anni ’90 alla fame.

Il 9 novembre 1989 cadde il muro di Berlino e con esso il comunismo e tutti i partiti che erano nati come diga al comunismo stesso (Democrazia Cristiana, Partito socialista, Partito liberale, Partito socialdemocratico, Partito repubblicano). Il discorso di San Giovanni Paolo II a Varsavia nel ’79 si racchiude in una singola frase: “Non si può escludere Cristo dalla storia dell’uomo in qualsiasi parte del globo, e su qualsiasi longitudine e latitudine geografica: l’esclusione di Cristo dalla storia dell’uomo è un atto contro l’uomo”. Da lì in meno di dieci anni è crollato tutto. Anche in Italia dopo il 9 novembre ’89 il partito Pci cambiava nome in Pds. Prima nel ’92 fu spazzato via il Pds e poi nel ’94 morivano definitivamente gli altri partiti elencati sopra.

In trent’anni cosa è cambiato con la fine del comunismo? Abbiamo dato vita in politica ad una esperienza fallimentare e cioè che i cattolici presenti nei vari schieramenti da sale, lievito per far fermentare la massa, sono diventati irrilevanti perché schiacciati dalla maggioranza di quel partito che non li rappresentava. Per essere cambiamento, occorre lavorare con responsabilità, senza indifferenza e senza paura, radicati in Cristo che fa nuove tutte le cose. Il buon politico, quindi deve essere radicato a Cristo con operosità e preghiera, senza scendere a compromessi ed oggi, purtroppo, assistiamo a mali minori che hanno portato alla deriva: unioni civili, divorzio lampo, Dat, Triptorelina gratuita, adozione bambini agli omosessuali, insegnamento gender nelle scuole, ecc.

Da tre anni è nato il popolo della Famiglia, dal basso, dal popolo che non si riconosce più rappresentato né dalla destra, né dalla sinistra che danno a Cesare quel che è di Cesare ma non danno a Dio quello che è di Dio! Il Popolo della Famiglia si è presentato alle elezioni politiche, europee, regionali, amministrative, raccogliendo lo 0,7% senza alcun contributo, senza alcuna pubblicità e con il silenzio mediatico o qualche riga qua e là. Senza un soldo, a mani nude ci siamo presentati per difendere la vita, la famiglia e la libertà educativa che in questi anni non abbiamo più visto difendere da nessuno. Sicuramente ci dobbiamo rafforzare, formare, ma siamo nati per non essere subalterni a Salvini e Meloni e in piena opposizione a M5s e Pd, in piena autonomia.

Le nostra fondamenta? Sono la dottrina sociale della Chiesa. Il nostro programma? Difendere i principi non negoziabili, divisi in dieci punti, quanti sono i comandamenti. Non siamo ancora in Parlamento ma presentiamo proposte attuabili da subito come il reddito di maternità. Stiamo portando avanti anche un discorso culturale attraverso incontri e convegni per far conoscere il dramma di una cultura della morte che sta distruggendo le nostre radici cristiane.

Aiutateci a difendere la Verità. Le chiedo, se possibile, di pubblicare questa lettera perché personalmente non mi sono mai occupata di politica e non ne sentivo l’esigenza, ma sono stata costretta dalle circostanze e mi sono sentita chiamata in questo compito arduo e difficile per essere al servizio del mio paese e dei principi in cui credo fermamente.

*Lucianella Presta, Popolo della Famiglia Piemonte

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