Sulla Tav Molinari ha la memoria corta

Caro Spiffero,
sono perlomeno strane le dichiarazioni di Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e leader di fatto della Lega in Piemonte. Molinari accusa il centro-sinistra di ambiguità sulla Tav per via degli accordi con il M5s, ma a parlare è proprio quel Molinari che come capogruppo alla Camera fu il primo firmatario con il capogruppo del M5s Francesco D’Uva della mozione per “ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”, esaminata e approvata il 21 febbraio 2019, con il voto favorevole dei parlamentari della Lega, ivi compresi quelli eletti a Torino e in Piemonte.

Quindi poco più di due anni fa il piemontese Molinari, in omaggio all’alleanza con il M5s, era tra i promotori di una iniziativa parlamentare per bloccare un’opera che adesso definisce essenziale per il futuro economico della regione, oltre che a dimostrare contro se stesso partecipando ai raduni in piazza Castello a Torino in favore della Tav. Molinari poi lamenta la mancanza di risolutezza del Ministero degli Interni sugli scontri in Val Susa, ma omette di ricordare che quando Ministri degli Interni erano i leghisti Maroni e Salvini la situazione degli scontri non era diversa così come non ricorda che non era diversa la strategia di intervento delle forze dell’ordine. Anzi gli scontri più violenti e ampiamente prevedibili in Val Susa avvennero a Chiomonte il 3 luglio 2011 con 200 feriti tra le forze dell'ordine, quando Ministro degli Interni era il leghista Maroni.

Infine non credo vi sia imbarazzo nel centro-sinistra sulla Torino-Lione, il governo nazionale in accordo con Francia e Comunità Europea ha ribadito l'impegno sull'opera sia sulla tratta internazionale e sia su quella nazionale e il nuovo sindaco di Torino ha annunciato il rientro della città dell’Osservatorio, invitando il governo a coinvolgere la Città Metropolitana e a snellire le procedure burocratiche.

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