DIRITTI & ROVESCI

Slot, sono in gioco centinaia di posti di lavoro

La stretta imposta dalla legge regionale sta mettendo in ginocchio le imprese che operano nella legalità. "Non sono lavoratori di serie b", attacca Cassiani (Pd) che chiede la sospensione del distanziometro e l'apertura di un tavolo di crisi

Figli di un dio minore. E, per molti, pure nipoti del diavolo. Sono le centinaia di lavoratori delle slot – da chi sta in fabbrica a costruirle a chi va in giro ad installarle e manutenerle – cui si aggiungono i dipendenti di quegli esercizi commerciali che la stretta imposta dalla legge regionale ha messo nelle stesse condizioni di chi ha perso il lavoro in altri settori, senza però lo stigma dell’azzardo.

Luciano Rossi è il direttore commerciale di un’azienda della cintura torinese che installa e gestisce le slot: “Il nostro personale si è ridotto da 30 a 17 dipendenti da quando è stato applicato il distanziometro. E tutto il settore sta segnando in Piemonte un calo occupazionale pressapoco di queste dimensioni con aziende che rischiano la chiusura”. Già, è lui sul banco degli imputati, il distanziometro ovvero il parametro che fissa a non meno di 500 metri da una serie di luoghi sensibili (scuole, luoghi di culto, strutture sanitarie, banche, compro oro, stazioni, e molti altri) la distanza in cui può stare una slot.

Sembrano pochi, ma quei 500 metri in centro e nelle zone densamente abitate equivalgono a spazzare via le macchinette da bar, tabaccherie e altri esercizi che in Piemonte da mesi stanno riducendo il personale, proprio in seguito alla rigida applicazione di una norma che in quasi tutte le altre regioni è stata sospesa nella parte relativa a questo limite. Dalla Liguria alla Toscana, passando per la Puglia ci si è resi conto che il contraccolpo economico e, soprattutto, occupazionale sarebbe pesantissimo, senza prevedere contromisure o aggiustamenti e senza, peraltro, venire meno allo spirito della legge che è quello del contrasto alla ludopatia.

Anche perché se togli le macchinette in centro, queste spuntano altrove e magari proliferano pure quelle abusive o gestite dalla malavita organizzata. Nel Cuneese i cinesi hanno fiutato l’affare e stanno aprendo dei veri mini casinò in periferia, lungo le statali. E poi ci sono i gratta e vinci, il gioco online, insomma l’azzardo non diminuisce mettendo i sigilli alle macchinette del bar, mentre a calare sono gli addetti del settore.

Lo hanno compreso anche i sindacati di categoria che da venerdì hanno proclamato la mobilitazione nazionale in difesa dei 150mila lavoratori del settore del gioco legale. In Piemonte Filcams Cgil,Fisascat Cisl Uiltucs, sono già scesi in piazza lo scorso 18 settembre, hanno sollecitato un incontro alla Regione con il coinvolgimento diretto di una delegazione dei lavoratori del settore. Per i sindacati, inoltre, “mancano risposte concrete alle forme di dipendenza al gioco, in quanto le strutture sanitarie sono ancora largamente impreparate ad affrontare il fenomeno che, con la sola soppressione dei luoghi di gioco legale, oltre a creare seri problemi di tenuta occupazionale, rischia di essere consegnato completamente a dinamiche illegali”.

Fino ad oggi anche le richieste di apertura di tavoli di crisi avanzate alla Regione da parte di alcune aziende non hanno trovato risposta o se c’è stata è stata negativa. “Quasi non fossero lavoratori come gli altri” sbotta il consigliere regionale del Pd Luca Cassiani che ha depositato un emendamento all’ommibus in cui si prevede il congelamento del distanziometro e quindi l’annullamento dei suoi effetti sulle slot già esistenti. Approderà in aula martedì e si vedrà, innanzitutto, se troverà la compattezza dello stesso gruppo democrat a Palazzo Lascaris. A favore sembrano intenzionati a votare sia Forza Italia sia la Lega.

Ma qualche effetto l’iniziativa di Cassiani, il quale promette: “andrò fino in fondo e non mollerò su questo punto”, pare averlo già avuto. Forse una coincidenza o forse no, sta di fatto che oggi in commissione l’assessore alla Sanità Antonio Saitta e la sua collega al Lavoro Gianna Pentenero illustreranno una ricerca dell’Ires sull’argomento. “Stupisce, visto che non mi pare che l’Ires si sia mai occupato di queste cose", osserva non senza polemica Cassiani. Per l'esponente dem pare "piuttosto un correre ai ripari dopo che per undici mesi la Regione non ha fatto nulla di quanto previsto dalla legge se non applicare il distanziometro, peraltro definito inutile dal procuratore generale antimafia e con profondi indizi di incostituzionalità da una sentenza emessa proprio a Torino”. Per Cassiani “sarebbe decisamente più opportuno fare quel che hanno fatto tutte le altre Regioni: stoppare gli effetti del distanziometro per le slot già esistenti e attendere la normativa nazionale promessa dal Governo nel decreto dignità. Invece l’unica Regione che si accanisce senza un minimo di ragionamento, non volendo ammettere l’errore e trascurando i pesanti contraccolpi occupazionali, è la nostra”.

print_icon