Cittadini in offerta speciale

Il mercato tutelato, che regolava ancora una pozione della distribuzione dell’energia elettrica, dallo scorso luglio non esiste più. Tutti i consumatori, secondo un fuorviante messaggio pubblicitario, potranno “finalmente” scegliere le proprie tariffe, sottoscrivendo contratti personalizzati con le società di erogazione. Tradotto in termini più realistici, ogni famiglia sarà libera di cadere in balia delle tempeste speculative, nonché di qualsiasi pirata che solchi il cinico mare del business.

L’anno 2022 è stato segnato da un branco di faccendieri senza scrupoli che ha condizionato il mercato tramite inspiegabili aumenti dei prezzi di molte materie prime, tra le quali il gas, l’energia elettrica, la carta, la benzina, l’acqua ed alcuni medicinali di largo consumo. Un elevato numero di utenti, compresi i fruitori del teleriscaldamento cittadino, si sono visti recapitare bollette dai costi quadruplicati, e non hanno potuto fare altro che pagare poiché vittime di contratti non disciplinati dal mercato tutelato.

Sono scampati al capestro solamente coloro che hanno resistito tenacemente alle sirene delle offerte telefoniche, non cadendo nella trappola del famoso “mese di prova con tariffe da sogno”. La maggior parte degli italiani, invece, ha visto vacillare pericolosamente il proprio bilancio domestico, e per tanti pensionati sociali si è avviata un’epoca spietata fatta di sacrifici e indebitamenti. 

L’ombrello protettivo adesso è stato tolto a tutti, e gli utenti che nel frattempo non hanno voluto fare scelte a favore del libero mercato sono stati inseriti d’ufficio in una fascia semi protetta. Questi ultimi, con somma sorpresa, hanno ricevuto di recente l’inattesa lettera di risoluzione del contratto stipulato con l’azienda erogatrice, e sono stati assegnati d’autorità nelle mani di altra società (il Piemonte in quelle di Illumia). 

Nessun consumatore è stato preventivamente informato del trasferimento forzato del proprio rapporto di servizio e migliaia di clienti, al pari di merci, sono stati impacchettati per essere regalati a un fornitore sino ad allora sconosciuto. Arera ha realizzato il tutto sulla testa dei cittadini e con il silenzio complice della politica: un’azione molto discutibile, forse decisa con l’unico scopo di persuadere anche i più riluttanti ad abbandonare il regime di tutela, ossia a lasciare qualsiasi forma di protezione per gettarsi a capofitto nel mare della speculazione.

Sconcerta la distrazione generale in cui tutto questo è avvenuto. Distrazione molto simile a quella che quest’anno ha accompagnato la privatizzazione del 26% aggiuntivo di spiagge demaniali, un tempo libere e aperte quindi a chiunque. Concessionari balneari pagano una manciata di euro alla Capitaneria di Porto (e quindi al Demanio) per poi presentare conti salatissimi ai turisti che cercano un accesso al mare: prezzi che normalmente vanno dai cinquanta euro a persona (per un giorno di ombrellone), sino a oltre i mille (spiagge esclusive riservate ai vip). Un saccheggio di risparmi e diritti che riguarda purtroppo anche la Sanità pubblica, sempre più abbandonata dalle istituzioni che invece finanziano copiosamente quella privata (spesso gestita da deputati in carica o ex parlamentari).

Il nostro modello economico, così come quello di tutto il mondo occidentale, è chiaramente incentrato sullo sfruttamento senza alcuna remora, abbandonando qualsiasi regola etica, dei beni comuni e delle materie prime (non eterne, per cui quasi in esaurimento). Beni collettivi (di noi tutti) in esclusivo appannaggio di chi realizza profitti enormi e ad uso di chi già possiede smisurate ricchezze. Un saccheggio realizzabile grazie alla sottomissione di chi lavora per vivere e, soprattutto, di governi votati dal popolo, ma al servizio di pochi e pasciuti manovratori.

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